Lettere pastorali 1-2 Timoteo, Tito

Omogenei per stile e contenuto, questi tre scritti paolini vengono com­mentati integralmente da M. Orsatti, sacerdote della diocesi di Brescia, inse­gnante di Sacra Scrittura nello Studio teologico «Paolo VI» del seminario bresciano e ordinario di Esegesi nel Nuovo Testamento alla Facoltà di teo­logia di Lugano (Svizzera). Utilizzando il metodo della Collana «Dabar-Logos-Parola» (lettura del te­sto, sua interpretazione, spunti di at­tualizzazione) l'autore commenta pri­ma la prima lettera a Timoteo, poi la lettera a Tito e infine la seconda lettera a Timoteo, pur riconoscendo che nel canone l'ordine è diverso.

Questo per­ché segue un criterio letterario e conte­nutistico: «La prima lettera a Timoteo e la lettera a Tito presentano un'affinità tematica e spirituale che le colloca più vicine. Si distinguono dalla seconda lettera a Timoteo, che risulta più per­sonale, per il tono di testamento o di discorso di addio. Di conseguenza, i primi due scritti sono da considerare anteriori» (p. 16). Ritenute dalla maggior parte degli studiosi oggi opera di un discepolo dell'apostolo Paolo (ma la questione è «di grande incertezza» [p. 15]), queste tre lettere sono denominate pastorali perché indirizzate a due cristiani re­sponsabili delle comunità di Efeso (Ti­moteo) e di Creta (Tito) e perché trat­tano di specifici problemi inerenti la vita cristiana delle suddette comunità e dei rapporti che i pastori sono chia­mati a instaurare con esse. Molte sono le dimensioni del vivere ecclesiale af­frontate nelle tre lettere.

L'autore le sintetizza così: «La struttura ministe­riale, la fedeltà dottrinale, il valore del­la tradizione, l'impegno etico concre­to, la testimonianza dell'apostolo e del cristiano» (p. 183). Se è vero che — afferma l'autore — l'insieme fa di queste lettere «anche un embrionale codice di diritto cano­nico», è altrettanto vero che «il lettore, alla fine, ha idee più chiare e cuore più caldo per sentirsi più chiesa, nel rispet­to del suo ruolo e nell'apprezzamento di quello altrui» (p. 184). Questo gra­zie anche allo stile semplice e di imme­diata comprensione adoperato dall'au­tore, profondo nelle intuizioni ed equilibrato negli spunti per l'attualiz­zazione.

Tratto dalla rivista "Credere Oggi" n.3 del 2007
(www.credereoggi.it)