Citazione spirituale

La violenza della malattia

di

Zanchetta Renato


Copertina di 'La violenza della malattia'
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EAN 9788825030846

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Descrizione
Tipo Libro Titolo La violenza della malattia Autore Editore Edizioni Messaggero EAN 9788825030846 Pagine 272 Data gennaio 2013 Peso 335 grammi Altezza 14 cm Larghezza 21 cm Collana Antropologia e Liturgia

Questo prodotto è disponibile anche in digitale nei seguenti formati: PDF (EAN 9788825034134, Watermark DRM), ePub (EAN 9788825034141, Watermark DRM)

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il 26 giugno 2014 alle 09:55 ha scritto:

Per quanto si tenti di scandagliarlo, di decifrarne sentimenti ed emozioni, paure che s'intervallano a speranze spesso disattese, frustrate, resta sempre uno sconosciuto. Pressoché impenetrabile.
Il vissuto personale, le esperienze più intime di chi il dolore lo accetta come compagno, di chi, nella tastiera dei suoi giorni, deve far spazio alla nota stonata della sofferenza, sono sempre ammantati da un fitto alone di mistero. La sofferenza è un enigma dell'esistenza.
Renato Zanchetta, tenta di esplorarne l'universo, nella piena consapevolezza che essa, in quanto parte essenziale dell'esperienza dell'uomo, s'intreccia con mille altre esperienze che il vivere stesso comporta.
La sua ricerca è un percorso nel labirinto dell'anima - si direbbe della vita stessa - se è vero che «l'esperienza gioiosa, triste, dirompente, dolorosa, è il lievito della vita in cui tutti gli uomini sono quotidianamente immersi e di cui anche il dolore, la sofferenza, la malattia, la morte diventano parte intrinseca...»
Nel dar dà voce a decine di pazienti che conoscono il morso amaro del dolore, con la sua violenza, con la sua furia devastante, il libro sembra voler cercare la risposta alle tante domande che la sofferenza sollecita per ricomporre la frattura che essa provoca nella solitudine che avvolge l'uomo nel momento più estremo, quando il suo mondo diventa nero ed impenetrabile...
Ma cerca, soprattutto, di sanare un'altra frattura, più profonda e lacerante tale da destabilizzare e compromettere la fede in un Dio che ama e provvede, ma che sembra decidere di restare impassibile davanti al cuore spezzato e al corpo martoriato dal dolore.
Voci, quelle alle quali Zanchetta dà spazio, che non sono sfoghi. Confidenze sì amare, ma quasi sempre serene, trattenute dal pudore, anche quando la malattia si scatena e rompe relazioni personali e sociali, «rovescia e spacca la parte più intima dell'uomo sottoposta ai sentimenti molte volte contraddittori ...», snatura piano piano la sua identità, costringendolo a vivere con una quotidiana fragilità dove il tempo non esiste o se c'è «ha dei parametri talmente labili che sono incapaci di produrre qualcosa».
Eppure, nei giorni amari del dolore, quando le notti diventano insonni, quando il dolore non conosce pausa, quando le certezze vacillano, pur minacciata e bagnata dalle lacrime, la speranza non è ancora uccisa ...
“Dovunque io vada tu sei il compagno che mi tiene la mano e mi conduce sulla strada in cui cammino”, canta in uno dei tanti abhang, Tukaram, mistico indù del 1600. E' la forza di chi crede. E' la speranza che si fa certezza.
Le belle pagine di Zanchetta vogliono riaccendere nel buio della sofferenza la luce della fede: tenue, spesso vacillante, eppure capace di resistere alle vorticose folate della tempesta.