Le vie dell'arcangelo. Tradizioni, culto, presenza dell'arcangelo Michele

Se è vasta la bibliografia intorno agli angeli e all'area di studio che va sotto il nome di «angelologia», altrettanto ampia è la serie degli studi dedicati all'arcangelo Michele, che tra gli arcangeli conosciuti (cf. Enoch 20,6): Uriele, Raffaele, Raguele, Sarcaele, Gabriele, è riconosciuto come il principe dei «messaggeri di Dio», colui che riveste una primazia assoluta, «pesa» la bontà delle anime e le guida nell'aldilà, difende quaggiù il popolo cristiano dalle insidie del maligno. Si tratta in genere di studi storici, archeologici, molto attenti alle strutture culturali in cui insiste una importante devozione, studi descrittivi delle forme di culto tributate a Michele da una vivacissima pietà popolare. Un arcipelago dentro cui non è facile navigare. Questa fatica della giornalista P. Giovetti, scrittrice specializzata nel campo del paranormale, dell'esoterismo e di spiritualità in genere, offre una panoramica ampia sull'argomento che permette al lettore di orientarsi e farsi una prima idea sugli angeli (capitolo 1) e in particolare sull'arcangelo Michele (capitolo 2) nelle testimonianze bibliche e della tradizione cristiana. Seguono quindi alcuni capitoli - la parte più ampia del testo - che descrivono la presenza la diffusione del culto a Michele in Italia (capitoli 3 e 5) e in Europa (capitoli 4 e 6), e altri che riportano le testimonianze della devozione all'arcangelo da parte di alcuni santi e di alcuni papi; particolari poi i due capitoli dedicati alle testimonianze di A. Rosmini e N. Tommaseo e la rassegna del ruolo degli angeli e di Michele nelle apparizioni mariane anche recenti (capitoli 9 e 10). Conclude il libro una rassegna dei patronati, dell'iconografia (il volume è corredato da una sezione fuori testo di ben 26 illustrazioni a colori) e delle congregazioni e associazioni che si riferiscono esplicitamente a san Michele arcangelo (capitolo 11). Utile l'Indice dei nomi e dei luoghi e la Bibliografia.

Insomma, un'ottima sintesi. Dispiace non trovare nessuna esplicitazione dei temi e delle forme di culto tributato a Michele, ma ci rendiamo conto che non sta nei registri dell'autrice. Comunque se ne avverte la mancanza, se anche nella sua prefazione A. Gentili sente la necessità di integrare il testo accennando per sommi capi al capitolo liturgico relativo al culto a san Michele. Infatti, il materiale da prendere in considerazione nella storia della liturgia e della pietà popolare non è poco, e si colloca insieme con la Sacra Scrittura, come fonte della riflessione teologica su Michele e sugli angeli. In termini tecnici, questo è uno dei molti casi in cui proprio la lex orandi forma e da ordine alla lex credendi.

Il saggio della Giovetti si colloca quindi sul versante storico e culturale, non certo - come afferma il sottotitolo - su quello del culto, eccetto che non si voglia intendere per la geografia del culto; ma questa è un'altra cosa. Il libro è destinato a coloro che si accostano per la prima volta alla misteriosa e affascinante figura dell'arcangelo Michele. L'autrice, che ha già affrontato in suo altro libro l'argomento degli angeli (riedito nel 2005 per i tipi delle Ed. Mediterranee), dimostra qui di possederne ampia conoscenza anche se nella conclusione (cf. pp. 167-169), forse presa dalla sua pluriennale attenzione al paranormale e all'esoterismo, definisce Michele come «divinità solenne e maestosa», «divinità potente e misericordiosa». È probabile che si tratti di una svista, resta comunque che ai rari teologi di cui riferisce nella bibliografia c'è spazio per importanti citazioni, anche dirette, da R. Steiner. Sarebbe bastato anche solo uno sguardo al Catechismo della chiesa cattolica per riconoscere almeno che non si tratta di divinità, ma di creatura spirituale, incorporea, personale e immortale... sempre comunque creatura.

D. P.

(RL 2007)