Citazione spirituale

Gesù è nato a Betlemme?

di

Borghi Ernesto


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EAN 9788830811942

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Descrizione
Tipo Libro Titolo Gesù è nato a Betlemme? Autore Editore Cittadella EAN 9788830811942 Pagine 256 Data gennaio 2011 Peso 318 grammi Dimensioni 14 x 21 cm Collana Orizzonti biblici
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il 2 febbraio 2012 alle 14:11 ha scritto:

Si tratta di un libro che, francamente, ha deluso le mie aspettative. Pensavo che la sua ottica fosse quella di uno studio storico-critico-archeologico sui Vangeli dell'Infanzia di Gesù. Ed invece no. Sembra un saggio più "pastorale"-"spirituale" che storico-critico-archeologico, sebbene non manchino spesso alcuni riferimenti pure a tali profili. Ma certamente questi non sono prevalenti.
Tuttavia, ciò che più mi ha deluso del libro è il riferimento ad una "venerazione mariana", a suo dire, "davvero cristiana" (pp. 85 ss.), in cui si prendono il testo argomenta il modo in cui si debba considerare la devozione a Maria per il raggiungimento - sotto questo profilo - di un'unità tra cristiani. Tralasciando la questione circa il tema della "unità dei cristiani", le proposte avanzate dall'autore mi sembrano decisamente univoche, cioè aperte solo verso il mondo protestante e che possono sostanzialmente riassumersi nella considerazione che, se proprio non se può far a meno, la devozione mariana deve essere resa quanto più ... razionale possibile: di qui, ad es., la proposta di sopprimere ogni incrostazione non biblica e "mariolatrica" alla preghiera del Rosario, la soppressione, in buona sostanza, della preghiera del Salve Regina, l'eliminazione di ogni devizione, processione, ecc. che manifesterebbero un'idea, a detta del nostro autore, quasi "pagana" di Maria (sebbene l'autore accortamente si mantenga nel generico, senza meglio specificare). Ed altre argomentazioni simili.
E che dire della verità di fede della perpetua verginità di Maria? L'autore, anche qui (p. 83), adotta una soluzione ambigua che strizza l'occhio, in maniera evidente, al protestantesimo. Afferma, in effetti, che il testo di Luca relativo all'annunciazione ("non conosco uomo") non legittimerebbe a credere ex se ad un desiderio di Maria di permaneere nello stato di verginità. Anzi, afferma l'autore, il fatto che le antiche professioni di fede non facciano riferimento alla perpetua verginità di Maria, fa pensare che si tratterebbe di "qualcosa di aggiuntivo, non riconducibile alla fede delle origini" ed alla "condizione effettiva della madre del Nazareno" (ibid., p. 83).
Di qui il mio senso di delusione per il testo.

Francesco