Vangeli apocrifi. Natività e infanzia

Prof. Stefano Coccia il 15 gennaio 2021 alle 22:29 ha scritto:

Questo libro l'ho trovato in garage e l'ho letto perché ho sentito molto parlare dei vangeli apocrifi ma non ero mai riuscito a leggerli. La qualificazione di apocrifo è tipica di alcune tradizioni religiose, come quella ebraica e cristiana, che hanno operato processi di selezione fino alla formazione di corpi chiusi e consolidate di scritture accettate come vere e rivelate e indicate come canone. Il termine apocrifo deriva dal greco che significa "occulto, nascosto", è perciò lo scritto che resta fuori dal canone. Il termine presto assume il significato sinonimico di "falso" riferito alla ereticità della dottrina e all'attribuzione dei libri stessi a falsi autori. Il ciclo relativo alla famiglia, all'adolescenza e al matrimonio della Vergine si origina dal silenzio del quale i Vangeli canonici circondano la figura di Maria. Ci si chiedeva se tale verginità, affermata in modo inequivocabile in noti passi neotestamentari (Mt 1, 18-24; Lc 1, 26-38; Gv 1, 13), dovesse riferirsi al solo concepimento di Cristo, o se dovesse intendersi come verginità perpetua, prima, durante e dopo il parto.
In questo libro sono presenti i tre vangeli apocrifi della natività e dell'infanzia di Gesù, cioè: il protovangelo di Giacomo, il libro della natività della Beata Vergine Maria e dell'infanzia del Salvatore, noto come Evangelo del Pseudo-Matteo e l'Evangelo arabo dell'infanzia. A mio parere andrebbero letti i vangeli apocrifi perché sono un tesoro della cultura cristiana.