Citazione spirituale

Variazioni sul Cantico dei cantici

di

Yannaras Christos


Copertina di 'Variazioni sul Cantico dei cantici'
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EAN 9788882273521

Esaurito
Descrizione
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Tipo Libro Titolo Variazioni sul Cantico dei cantici Autore Traduttore , Editore Qiqajon Edizioni EAN 9788882273521 Pagine 156 Data febbraio 2012 Peso 178 grammi Altezza 18,5 cm Larghezza 11,5 cm Collana Spiritualità biblica
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il 15 ottobre 2015 alle 18:45 ha scritto:

Diciannove brevi capitoletti, ognuno introdotto da un versetto del Ct.
Il Ct è inno di lode a Dio per il dono all’uomo dell’amore e l’autore richiama fin dalla prima pagina quell’Adamo e quell’Eva che è in ognuno di noi: ma le sue considerazioni non fanno che riportarci alla degenerazione dell’amore, ridotto spesso all’inferno “di un camminare assieme senza farsi compagnia, di una solitudine a due”.
Non è un libro per tutti, per i difficili esercizi retorici di cui spesso si perde il filo che li dovrebbe legare al versetto che li introduce: certamente non è un libro per chi crede nell’amore, per la distanza che c’è tra i versetti del Ct e le considerazioni che li seguono.
Esempio: Ct 3,1. Le “variazioni” riguardano la frequente esperienza dell’ “interminabile successione di inizi erotici sempre nuovi”, nella “speranza in un prossimo miracolo che durerà”. Non c’è nulla di più lontano dal Cantico dell’ipotesi di una rottura del vincolo che si è stabilito fra i due innamorati, rinsaldato dal reciproco sigillo sul cuore, sul braccio, nel richiamo alla forza dell’amore, fiamma divina che nessun oceano può spegnere.

il 11 marzo 2022 alle 17:35 ha scritto:

Un libro folgorante, già dall'inizio, dall'"ouverture" (struttura in brevi capitoli, dal titolo che rimanda al linguaggio musicale).
Yannaras è davvero un teologo geniale, come giustamente l'ha definito p. Marko Ivan Rupnik. Il pensiero di Yannaras attinge al mondo dell'ortodossia greco-slava, la sua logica segue un percorso diverso dal nostro iperrazionalismo, tipicamente occidentale, la cui estrema conseguenza è un isolamento egocentrico, solipsista. Il cristianesimo orientale è ricco di concetti per lo più sconosciuti all'occidente, che sovvertono la logica abituale ed esprimono una profondità che si sposta a tratti verso una vera e propria forma di poesia, come poiéin, vero e proprio "fare". Dove il nostro raziocinio schematico coglie la contraddizione, la nostra superficialità emotiva solo l’alternativa, la sete e l’amore per la verità intuiscono l’antinomia, la tensione ad abbracciare (com-prendere) il tutto. L'umano MAI separato dal divino. Ecco allora che un testo come il Cantico dei Cantici si offre alla brillante riflessione di Yannaras per un cammino di approfondimento travolgente, privo di ogni romanticismo, distante anni luce dalla banalità da qualsiasi luogo comune sull'amore.
Qui si analizza in modo estremamente onesto l'anima umana, arrivando alla sua radice naturale, ontologica, dove il senso della relazione con l'Altro svela in tutta la sua dolorosa, vitalissima vastità, il luogo e la sorgente della nostra provenienza. E della nostra appartenenza.