Il discorso della montagna

Il Vangelo secondo Matteo è strutturato intorno a cinque grandi discorsi, che intendono richiamare il Pentateuco, i cinque libri della Legge nell’Antico Testamento: in tal modo l’evangelista presenta il suo Vangelo come la nuova Torah e Gesù come l’unico e autorevole maestro a cui rivolgersi per conoscere la volontà di Dio. Analogamente il primo discorso viene ambientato «sulla montagna», da cui prende anche il nome, per evocare il grande evento dell’incontro pieno con la volontà di Dio.

La prima sezione narrativa (Mt 3-4), che presenta l’inizio del ministero di Gesù, sottolinea il tema del compimento delle Scritture e culmina con l’annuncio della buona notizia; il grande discorso programmatico (Mt 5,1- 8,1), pronunciato sulla montagna, indica che Gesù è il nuovo legislatore, colui che dà la nuova Legge, la quale non è una «legge», ma un dono di grazia. Allo studio di questo splendido testo evangelico è dedicato il presente lavoro, che contiene un estratto della tesi dottorale in teologia biblica, che l’autore ha difeso nel gennaio 2012 presso la Pontificia Università Gregoriana, sotto la direzione del prof. Roland Meynet. Proprio al metodo dell’analisi retorica biblica, adoperato e divulgato da questo docente, si ispira la ricerca di Lori, sacerdote dal 1997, che attualmente è direttore degli studi e insegnante di Sacra Scrittura nel seminario «Redemptoris Mater» della Galilea, affiliato alla Pontificia Università Lateranense.

Egli riconosce nella preghiera del Padre nostro il centro della struttura letteraria e – centro del centro – la richiesta del pane quotidiano costituisce la chiave d’interpretazione dell’intero discorso. Scopo di questa ricerca dunque è evidenziare la mirabile architettura che unifica tutti gli insegnamenti raccolti da Matteo nel discorso programmatico. Dopo una breve introduzione sul contesto del discorso, Lori struttura la sua trattazione in cinque sequenze letterarie: all’inizio le beatitudini e la missione dei discepoli (5,3-16), alla fine le opere di giustizia e i veri discepoli (7,13-27); al centro tre sequenze dedicate alla giustizia superiore, con tre sfumature particolari: lo spirito della Torah (5,17-48), elemosina preghiera e digiuno (6,1-18), lo spirito della profezia (6,19-7,12). Un ultimo capitolo riassume i dati dell’analisi retorica e presenta l’insieme della sezione, mostrandone l’unità che ha il proprio centro nel dono del Padre.

Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n. 5 del 2013
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)