La Chiesa in Italia

Questo lavoro tocca i punti nevralgici di passaggio del mondo cattolico italiano postconciliare. Sono la contestazione dentro e fuori la Chiesa, la crisi delle associazioni, il referendum sul divorzio e sull’aborto. Ancora la parabola discendente delle vocazioni diocesane e secolari, la religiosità popolare.
Garelli fa notare una svolta radicale: il venir meno del partito cattolico organizzato e l’affermarsi della Caritas. Cade quindi un cristianesimo sociale per far emergere un mondo di carità trainato dalla gerarchia, dalle diocesi, e dal reticolo delle parrocchie.
Ma il terreno ove di più si afferma attualmente la presenza cattolica è quello della cultura con la sua proposta di riflessione sulle tematiche emergenti, quali la famiglia e la bioetica, i limiti di una scienza pervasiva, la libertà religiosa, la laicità dello stato, i diritti delle minoranze. Tutto questo immette la Chiesa e il laicato cattolico nel vivo del dibattito culturale indotto nel paese dalla modernità avanzata. Questo atteggiamento infastidisce certi settori laicisti che hanno sempre considerato propria specifica competenza l’ambito della cultura.
E la sfida culturale più grave sembra riguardare l’antropologia, cioè l’essere uomo nella postmodernità, la sua natura, il suo destino, la nozione di felicità temporale, la salvezza eterna. Sotto questo profilo la Chiesa trova un’altra sfida: come trasmettere la fede alle nuove generazioni. Dalle statistiche risulta che il 10/12% dei giovani appartiene a gruppi religiosi, il 20% regolarmente partecipa alla Messa, il 50% solo sporadicamente o mai.
Il libro calibrato e ben informato sembra notare la contrazione del numero di cristiani, controbilanciato da una loro più forte consapevolezza e responsabilità, e soprattutto rileva il loro maggior livello culturale dell’essere cristiani e di saperlo testimoniare.

Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2007, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)