Dal Deuteronomio ai libri dei Re. Introduzione storica, letteraria e sociologica

L’opera esce in una collana volta a offrire «strumenti» di introduzione a temi e libri biblici con particolare attenzione alle esigenze dello studio istituzionale e della predicazione. T. Römer, docente di Esegesi dell’Antico Testamento a Losanna, dopo aver tratteggiato lo stato della ricerca sulla composizione della storia deuteronomistica, presenta una teoria innovativa rispetto a quella «classica» di M Noth.

L’autore, sviluppando le critiche già mosse dalla scuola di Harvard (Cross) e di Gottinga (Smend) all’ipotesi nothiana di un’unica redazione da parte di un autore singolo intorno al 560 a.C., propone la tesi di una triplice edizione. La prima, in epoca assira, ad opera della scuola scribale legata alla corte di Giosia, contiene paralleli stilistici coi trattati di vassallaggio e i racconti di propaganda militare assiri e si pone come sostegno ideologico alla politica di centralizzazione cultuale e di espansione territoriale del regno di Giuda. La seconda, nel periodo neobabilonese, si configura come «letteratura di crisi» elaborata da alti funzionari giudaici in esilio e finalizzata a motivare teologicamente la catastrofe.

La terza, in epoca persiana, apre alla speranza con l’accentuazione della separazione d’Israele dalle altre nazioni, un chiaro monoteismo e la riconsiderazione dell’esilio come diaspora. Intorno al 400 a.C. con l’edizione della Torah il libro del Deuteronomio verrebbe separato dagli altri «libri storici» e posto in chiusura della Torah con lo scopo di dare un rilievo maggiore alla «legge» rispetto alla «terra». L’opera di Römer, di agevole lettura, è documentata e stimolante per gli studenti e i lettori più attenti alla formazione storica del testo biblico.

Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n. 1 del 2013
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)