Contenuto del fascicolo, con sommario di ogni articolo.
Massimo Faggioli.
Da Benedetto XVI a Papa Francesco.
L’articolo analizza la transizione da papa Benedetto XVI a papa Francesco, dall’annuncio delle dimissioni dell’11 febbraio 2013 all’elezione del 13 marzo, fino alla fine del primo mese del nuovo pontificato. Si mettono in luce alcune questioni sollevate dall’atto delle dimissioni, il loro ruolo nell’interpretazione del pontificato di Benedetto XVI e per la riconfigurazione del ministero petrino (RdT 54 [2013] 341-364)
Dario Vitali.
Vescovo di Roma: implicazioni ecclesiologiche di un titolo.
Sia Benedetto XVI, nell’atto di rinuncia, che Francesco, nelle prime parole rivolte dalla loggia dopo l’elezione, hanno utilizzato il titolo “vescovo di Roma”. Il presente articolo parte da questo uso, per proporre una riflessione sulle implicazioni ecclesiologiche di questo titolo, che potrebbero avere enormi ricadute sull’esercizio del ministero petrino. Dopo aver mostrato come l’uso del titolo fosse diventato frequente nel linguaggio degli ultimi papi, l’autore ricerca i motivi per cui “vescovo di Roma” fosse caduto in disuso, individuando la causa principale nel cambio di modello ecclesiologico intervenuto con la riforma gregoriana. A partire da quell ’evento, egli segue lo sviluppo delle istituzioni ecclesiali che hanno garantito l’esercizio del primato universale del papa, in particolare quello della curia romana, per mostrare come un processo di centralizzazione sia andato a premere a tal punto sulla dottrina sull’episcopato, da determinare uno scarto notevole rispetto alla Tradizione su un punto tanto decisivo per la vita della Chiesa. Di fronte a quella che appare una deriva, il contributo prova a illustrare come le implicazioni ecclesiologiche del titolo prese in esame sarebbero non solo utili, ma salutari per la vita della Chiesa oggi (RdT 54 [2013] 365-389)
Pino Di Luccio S.I.
Tradizioni dell’ultima cena.
I vangeli sinottici fanno coincidere il significato delle parole sul pane e sul vino durante l’ultima cena con la Pasqua ebraica. Inoltre, il ricordo degli eventi associati alla celebrazione di Pèsach è riferito al Tempio, con le parole dell’ultima cena e con la preghiera seguente. Le celebrazioni eucaristiche al Getsémani e al Monte degli Ulivi indicano che la relazione tra il significato dell’ultima cena e quello del Tempio era ancora rilevante dopo le redazioni degli scritti di NT (RdT 54 [2013] 391-416)
Marcello Brunini.
Mons. Enrico Bartoletti e il Concilio Vaticano II.
Evento, testo, interpretazione. L’articolo ricostruisce la mens conciliare di Bartoletti, vescovo a Lucca e Segretario della CEI 1972-1976. Mens così espressa: Vaticano II nuova Pentecoste; pastoralità; primato della Dei Verbum; segni dei tempi. La rivelazione sostanzia il piano pastorale della Chiesa italiana, evangelizzazione, sacramenti, promozione umana, e si inserisce nel dibattito sull’ermeneutica del Vaticano II (RdT 54 [2013] 417-440)
Gianluigi Pasquale OFMCap.
La fede come risposta a Dio che si rivela: dalla Dei Verbum alla Verbum Domini.
L’articolo studia il termine “fede” come “la” risposta a Dio che si rivela a partire dalla teologia del Concilio Vaticano II. Applicata al concetto di “storia della salvezza”, viene fatta propria la distinzione tra rivelazione trascendentale e categoriale, veicolata da K. Rahner, all’interno del comune scenario cristologico di Dei Verbum e di Verbum Domini (RdT 54 [2013] 441-460)
Angelo Biscardi.
Un corpo mi hai dato. Per una cristologia sessuata.
La cultura contemporanea pone alcune domande che hanno un carattere antropologico di grande rilievo. In particolare la teoria del Gender system richiede un rinnovato approfondimento della comprensione teologica della sessualità come si esprime nella teologia del matrimonio e del celibato sacerdotale, a partire dalla sua fondazione cristocentrica (RdT 54 [2013] 461-475)
Massimo Epis.
La grazia e l’evento. A margine di un articolo recente di A. Torres Queiruga.
Un recente articolo di A. Torres Queiruga offre lo spunto per la valutazione delle opzioni strutturanti la sua produzione teologica. Il superamento dell’estrinsecismo e del soprannaturalismo ad esso collegato appare incompiuto in ragione di un modello teorico che non riconosce rilievo ontologico alla drammatica della libertà, come dimostra la subordinazione dell’evento cristologico al teocentrismo dell’amore (RdT 54 [2013] 476-481)
Domenico Pizzuti S.I.
Comunicazione e potere. Le comunità insorgenti.
L’assunto di questo voluminoso studio di M. Castells è che il potere della comunicazione è nel cuore della struttura e della dinamica della società in rete che caratterizza l’inizio del XXI secolo. L’intento del libro è dimostrare che le reti di comunicazione multimodale costituiscono lo spazio pubblico della società in rete e le forme diverse di controllo e manipolazione dei messaggi e della comunicazione sono il nucleo di formazione del potere (RdT 54 [2013] 485-490)
Agostino Porreca.
Senza Buddha non potrei essere cristiano.
Il saggio del teologo P. Knitter non lascia indifferente il lettore e provoca, nell’odierno contesto della convivenza globale delle religioni, a pensare realmente alla possibilità di una identità plurale, interreligiosa. Il saggio, espressione del modello pluralista di teologia delle religioni, è analizzato partendo dalla particolare prospettiva metodologica messa in atto dall’autore, evidenziandone la sua incidenza su questioni quali Dio, Gesù Cristo e identità religiosa “ibrida” (RdT 54 [2013] 491-500)
Recensioni.
Sono recensiti i volumi di: G. Giannetto (L. Ferrara); G. Manzone (D. Santangelo); P. O’Callaghan (G. Ancona); J. Oniszczuk (A. Casalegno S.I.) (RdT 54 [2013] 501-510)