Un solo Dio e molti dèi

Nel dibattito comune è frequente menzionare l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam come le tre grandi religioni monoteiste. Questa definizione non solo serve a caratterizzarle, ma anche a distinguerle dalle religioni politeiste. La lettura del piccolo ma puntuale volume di Jan Assmann aiuta ad approfondire la questione, senza accontentarsi di definizioni che presto si scoprono essere troppo generiche. Già docente di egittologia ad Heidelberg e in altre università di tutto il mondo, l’autore spiega subito con chiarezza e competenza che presso i popoli antichi la distinzione tra monoteismo e politeismo non è affatto così netta come potrebbe sembrare ad un contemporaneo: anche coloro che a noi oggi sembrano politeisti in realtà non mancavano di professare un’unica origine generatrice della pluralità di dèi. Quindi sarebbe più accurato distinguere tra un monoteismo inclusivo e un monotesimo esclusivo. Il primo, nella sua forma più diffusa, ritiene che tutti gli dèi siano stati generati da un unico dio primordiale. Il secondo assume due forme: il monoteismo della fedeltà, secondo cui ciascuno può scegliere il dio da venerare in via esclusiva, e il monotesimo della verità, secondo cui va venerato l’unico dio che esiste veramente. Una serie di testi scelti, a partire dal terzo millennio a.C., illustrano l’evoluzione del pensiero religioso degli antichi Egizi. Si scopre così, per esempio, che nel XVI secolo a.C. la cultura egizia visse la svolta della apertura ad una prospettiva universalistica, per cui il mondo con le sue divinità non sarebbe coinciso più con il territorio dell’Egitto stesso. Il volume sembra destinato soprattutto agli specialisti e a quanti sono curiosi di conoscere le fonti di una questione che, per quanto circoscritta, è rilevante sia per gli studi biblici che per alcuni dibattiti contemporanei. 

Tratto dalla rivista "Parole di Vita" n.4 del 2018
(https://www.queriniana.it/parole-di-vita)