Operai nella vigna del Signore

Continuando un progetto portato avanti circa sessanta anni fa da Domenico Mondrone S.I. scrittore de La Civiltà Cattolica, con la collana “I santi ci sono Ancora”, Piersandro Vanzan S.I. offre ora questo primo volume dedicato a figure significative di preti e vescovi italiani degli ultimi due secoli. Unica eccezione è il beato Charles de Foucauld (1958-1916), prete francese ucciso in Algeria nel 1916. Il capitolo dedicato a Giovanni Leonardi (1541-1609) è cronologicamente fuori della serie e perciò messo in appendice.

Alcuni di questi preti e vescovi hanno avuto recentemente un riconoscimento della loro santità da parte della Chiesa, segno che la loro opera e il loro messaggio non deve andare perduto. Paolo VI ha beatificato Luigi Guanella (1842- 1915). Giovanni Paolo II ha canonizzato Gaspare Bertoni (1777-1853); Annibale Maria di Francia (1851-1927); Luigi Orione (1872-1940); Daniele Comboni (1831-1881); inoltre ha beatificato, Guido Maria Conforti (1865-1931) e Giacomo Alberione (1885-1971). Benedetto XVI ha beatificato Antonio Rosmini (1797-1855) e Carlo Gnocchi (1902- 1956).

Senza limitarsi a questi riconoscimenti ufficiali, Vanzan presenta anche figure che hanno certamente inciso nella cultura cattolica e laica italiana: Luigi Sturzo (1971-1959), Primo Mazzolari (1890- 1959), Zeno Saltini (1900-1981), Lorenzo Milani (1923-1967). I libri di testo e i manuali che trattano della storia d’Italia, dalla rivoluzione francese al secondo dopoguerra, ignorano quasi completamente questi personaggi. Eppure leggendo i profili tracciati, sia pure in modo sintetico dall’A., ci si accorge quanto le vite di questi preti e vescovi siano profondamente intrecciate con la storia dell’Italia, non tanto con la storia ufficiale, politica, anche se importante, bensì con quella fatta dal popolo e che si occupa del popolo. Il campo di azione di questi “santi” sono i veri bisogni della gente: la miseria provocata dalle guerre, i giovani senza istruzione, i disoccupati, i carcerati, i malati, le ragazze a rischio. Spesso la loro azione travalica i confini del Paese, mediante la fondazione di istituti religiosi volti all’evangelizzazione e alla comunicazione.

Ciò che distingue queste iniziative dai progetti di tipo politico o umanitario è il loro radicarsi nella fede, e quindi miranti al cambiamento del cuore oltre che delle strutture. La decadenza o la vitalità di una società, più che nei programmi politici, si deve valutare dalla capacità di incidere sulla formazione delle coscienze. Ci auguriamo che lavori come questo, seriamente documentati, profondi nei giudizi e sobri nell’esposizione, entrino a far parte della vera storia dell’Italia moderna e contemporanea.

Tratto dalla rivista "Rassegna di Teologia" n. 1/2012
(www.rassegnaditeologia.it)