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Descrizione
«Tra i cinque sensi dell'uomo quello della vista esercita un'autorità che stordisce, molto più forte dell'udito. Quando si entra nel campo rom per vedere, per conoscere bene la situazione, occorre superare l'autorità esercitata da ciò che si vede subito, a prima vista, e aprire gli occhi ad un secondo sguardo. Guardare il campo rom significa tradurlo, decifrarlo, per "accogliere" ciò che si può vedere solo aprendo le ciglia del cuore. Non è solo un'esperienza fisica dei sensi, ma un vero esercizio di sapienza.» Pagine scritte dal vivo, che raccontano, giorno dopo giorno, quanto visto nell'arco di due anni all'interno di un campo nomadi. Pensier, emozioni, dubbi, che scandiscono le relazioni strette con un mondo ancora sconosciuto. Non per parlare dei rom, ma dopo aver parlato e comunicato con i rom.
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DETTAGLI DI «Quel virus chiamato rom»
Tipo
Libro
Titolo
Quel virus chiamato rom
Autore
Mengotto Silvio
Editore
In Dialogo
EAN
9788881235971
Pagine
112
Data
novembre 2009
Peso
190 grammi
Recensioni di riviste specialistiche su «Quel virus chiamato rom»
L’a., giornalista, comincia a frequentare i campi rom di via San Dionigi a Milano dopo l’incendio occorso nel febbraio 2005. Ci offre in una sorta di diario un racconto partecipato, descrivendoci le sue esperienze all’interno dei campi e nomi, volti e storie delle persone conosciute, e aiutandoci così a superare gli stereotipi negativi su queste comunità. Il racconto segue l’evoluzione della situazione fino alla definitiva distruzione dei campi avvenuta nel settembre 2007, decisione del Comune che incontrò l’opposizione di chi aveva maggiormente collaborato con i rom: la Casa della carità di don Virginio Colmegna e l’associazione Nocetum di suor Ancilla.
Tratto dalla rivista Il Regno 2010 n. 10
(http://www.ilregno.it)
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