EAN 9788821593123
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Francesca Terranova il 16 giugno 2015 alle 11:20 ha scritto:
Il libro raccoglie alcune meditazioni sulla densa tematica delle beatitudini evangeliche tenute da padre Cantalamessa in due occasioni, Avvento del 2006 e Quaresima del 2007, alla presenza di papa Benedetto XVI presso la Casa Pontificia. Il linguaggio dell'A. è immediato e semplice. Il testo si presta dunque ad essere utilizzato anche per incontri di catechesi rivolti a giovani ed adolescenti. Il testo è utile non solo per comprendere meglio il contenuto delle beatitudini, ma anche per meditare e rivedere la propria vita alla luce di esse. Tale è del resto chiaramente l'intento dell'A. Egli infatti precisa in appendice al volumetto (p. 165) che "Il modo migliore di prendere sul serio le Beatitudini evangeliche ... è di servircene come di uno specchio per un esame di coscienza davvero "evangelico". Tutta la Scrittura, dice san Giacomo, è come uno specchio nel quale il credente deve guardarsi con calma, senza fretta, per conoscere davvero "come è" (cfr. Gc 1,23-25), ma la pagina delle beatitudini lo è in maniera unica". Con essa in effetti siamo nel cuore del "vangelo", vale a dire della buona notizia. Molte dunque le domande che scaturiscono dal testo e che interrogano il credente in prima persona, a partire dalle beatitudini e dunque del mondo in cui concretamente vive la sua fede: per citarne solo qualcuna, a titolo meramente esemplificativo, "Sono povero di spirito, povero dentro, abbandonato in tutto a Dio? ... Prendo a cuore il problema della spaventosa povertà non scelta ma imposta a tanti milioni di miei fratelli? ... Domino l'ira fuori e dentro di me? Sono gentile e affabile con chi mi sta vicino? ... Io ho fame e sete di santità? Tendo alla santità, o mi sono da tempo rassegnato alla mediocrità e alla tiepidezza? ... Davanti allo sbaglio di un fratello, di un collaboratore, reagisco con il giudizio o con la misericordia? Gesù sentiva compassione per le folle: e io?", e ancora, "L'opposto più diretto della purezza di cuore è l'ipocrisia. Io, a chi mi sforzo di piacere nelle mie azioni: a Dio o agli uomini? ... sono un operatore di pace? Mi sforzo di riferire sempre e solo il bene, le parole positive lasciando cadere nel vuoto il male, il pettegolezzo, quello che può seminare discordia?".