Credere in dialogo. Percorsi di fede e di annuncio

I sei contributi che qui sono raccolti (il secondo è un inedito) sono di grande rilevanza pastorale; e ognuno offre pure aggiornamenti di rigore scientifico. L’Autore fa entrare nei problemi con la competenza dello studioso, e ci aiuta ad equilibrati giudizi con la sinteticità e la sobrietà dell’autentico esperto in ‘discernimento critico’. I temi riguardano la fede in ottica pastorale. La centrano i capitoli: 2° sulla ‘Comunicazione della fede’ (in vista della ‘nuova evangelizzazione’); il 3° sulla questione, che oggi riemerge, delle cosiddette ‘Rivelazioni private’; il 4° sul rinnovamento di concetto e prassi della Missione (in ordine al contesto dell’attuale ormai effettivo pluralismo religioso). Ma è il 1° capitolo quello che dà il tono e l’unità all’insieme degli studi qui presentati: ormai bisogna saper ‘credere in dialogo’, e non più in prospettiva di mera difesa (e paura), o peggio di lotta e di contrapposizione. Il titolo, però, lo chiarisce solo in parte (“Rendere ragione della fede cristiana oggi”), ed evoca il noto termine di ‘apologetica’, ma tutto ovviamente spinge al fine di un reale profondo aggiornamento. Ecco allora che il nuovo modo di rendere ragione della fede è proprio quello di viverla in dialogo, ecumenicamente; e per questo occorre anche viverla nella sua ‘concentrazione’ sull’essenziale, cioè su Chi che è centro della Rivelazione’: Gesù Cristo (questo il valore decisivo del Capitolo!).
Gli ultimi due capitoli fanno contemplare la mèta, nella concreta storica icona del credente - missionario S. Francesco: s. F. e l’Islam (cap. 5°), s. F. e l’ecologia (cap. 6°). Anche qui, però, non domina la retorica che nutre poesia e sentimentalismi; ma lo studio serio e meticoloso di testi e di interpretazioni: che stimola a pensare. Se il primo capitolo insiste di più sull’impegno del dialogo (secondo il senso immediato del titolo del libro: ‘Credere in dialogo’), alla fine gli si dà un nome: ‘fraternità’. Fede in stile di fraternità, con tutti i credenti, perfino con l’intera creazione. Come si vede: la forza e consistenza, anche per la fede, si nasconde nella vera purezza della sua ‘semplicità’.
L’unità fra quelli che, ieri, erano ‘articoli’ sparsi, risulta dunque più che solo provata, viene addirittura intrinsecamente fondata. È più profonda di quanto si possa supporre a prima vista. Un grazie, davvero ‘fraterno’, all’Autore; che ci aiuta a ‘credere insieme’.

Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2003, nr. 2
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)