Le preghiere che salvano

Le cosiddette “pie pratiche”, cioè le devozioni popolari, le novene, l’utilizzo di medaglie o la recita di preghiere particolari, sono usi che all’interno della Chiesa hanno avuto una notevole flessione dopo il Concilio, la riforma liturgica e il venir meno di molte Confraternite. Saverio Gaeta ripercorre, mese dopo mese, tutte le principali devozioni, riassumendone la nascita, lo sviluppo storico, la motivazione. Si va dal notissimo Rosario alla medaglia di San Benedetto, dalla novena dell’Immacolata allo scapolare del Carmelo, dalla Via Crucis alla Medaglia miracolosa, dai primi Venerdì ai Quindici Sabati, eccetera.

Non si tratta, occorre dirlo subito, di un freddo studio sulla storia di tali pratiche vissute come “devozione popolare” quasi l’autore (redattore de L’Osservatore Romano) fosse un distaccato antropologo dedito a ricerche sul folclore religioso, bensì un sentito lavoro per riportare all’uso comune, per diffondere il più possibile l’abitudine di pregare. Di pregare sentitamente, bisogna aggiungere.

Già, perché nulla è più lontano dallo spirito delle pratiche devote – e di questo volume – dallo spingere ad una ripetizione cantilenante delle preghiere, fin quasi a smarrire il senso di quanto si pronuncia allo scopo di affrettarne la conclusione. Pensiamo alle numerose Ave Maria del Rosario, nate per sostituire la recita dei Salmi in chi non aveva memoria o capacità di lettura sufficiente; citando San Luigi Maria Grignon de Montfort, l’autore ricorda che due sono i maggiori difetti di chi prega sgranando la coroncina: non formulare alcuna intenzione ad ogni “posta” e, soprattutto, pensare solo a terminare al più presto, perdendo la completezza di una piena partecipazione all’orazione.

Tra le decine di devozioni proposte non sarà difficile trovarne una o più (delle quali magari non si conosceva neppure l’esistenza o si conosceva unicamente il nome: la Freccia d’Oro, i Tredici Venerdì di San Francesco da Paola, le Quindici Orazioni di Santa Brigida, i Sette Gioie e Dolori di San Giuseppe, la supplica alla Madonna di Pompei…), che possano adattarsi alla spiritualità del lettore e possano quindi spingerlo a dedicare un po’ più di tempo alla preghiera.

Un’intelligente scelta editoriale ha inoltre voluto evidenziare con un carattere diverso il testo delle orazioni, distinguendo tra ricostruzione storica e pratica vera e propria: un ulteriore aiuto per utilizzare questo testo al principale scopo per cui è stato pensato.

Tratto dalla rivista Radici Cristiane n. 25 - Giugno 2007