"Oggi più che nel passato bisogna assicurare ad ogni
bambino la certezza che non sarà lasciato solo e, nel contempo, è necessario garantirgli un’esperienza di regole , di ritmi affettivi, di quei legami continui che soltanto una
famiglia è in grado di dare. Normalmente il luogo privilegiato in cui tutto questo si può realizzare è la famiglia di origine. D’altra parte sappiamo che, in diversi casi e per vari motivi, per tempi brevi o per tempi meno brevi, talora essa non è capace di attuare pienamente il cammino di formazione e di crescita del bambino (…). E’ in questi casi che l’adozione e l’affido familiari costituiscono un aiuto concreto proposto da qualcuno che ne ha disponibilità a chi in quel momento ne ha bisogno (…). Mi preme sottolineare l’esigenza, molto avvertita da coloro che vivono personalmente queste forme di accoglienza, di vedere riconosciuti la piena dignità e il valore della filiazione e della genitorialità adottive, quali filiazione e genitorialità vere. La maternità e la paternità non si identificano semplicemente con la procreazione biologica, perché ‘nato da’ non è sinonimo di ‘figlio di’".
(1997, cardinale
Carlo Maria Martini, arcivescovo di Milano)
"Adottare dei bambini, sentendoli e trattandoli come veri figli, significa riconoscere che il rapporto tra
genitori e figli non si misura solo sui parametri genetici. L’amore che genera è innanzi tutto dono di sé. C’è una generazione che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione. Il rapporto che ne scaturisce è così intimo e duraturo, da non essere per nulla inferiore a quello fondato sull’appartenenza biologica. Quando esso, come nell’adozione, è anche giuridicamente tutelato, in una famiglia stabilmente legata dal
vincolo matrimoniale, essa assicura al bambino quel clima sereno e quell’affetto, insieme paterno e materno, di cui egli ha bisogno per il suo pieno sviluppo umano. Proprio questo emerge dalla vostra esperienza. La vostra scelta ed il vostro impegno sono un invito al coraggio e alla generosità per tutta la società, perché questo dono sia sempre più stimato, favorito e anche legalmente sostenuto".
(2000, Papa
Giovanni Paolo II)