Origene, che si può considerare uno tra i principali teologi cristiani dei primi tre secoli, nacque circa nel 185 probabilmente ad Alessandria D'Egitto. Era appena diciassettenne quando, nel 202, la persecuzione di Settimio Severo si abbatté sulla
Chiesa di Alessandria: suo padre, Leonida, fu gettato in prigione e patì il
martirio. Origene cercò di provvedere in qualche modo alle prime necessità della sua famiglia dando lezioni. Nel 204 il vescovo Demetrio lo pose, malgrado la giovane età, a capo della prima scuola catechistica di carattere ufficiale.
Si prese subito come aiuto per l'insegnamento della grammatica l'amico Eracla, mentre riservava a sé, per gli alunni più progrediti, quello della filosofia, della teologia speculativa e della
S. Scrittura. Nei primi tempi seguì anche le lezioni del famoso neoplatonico Ammonio Sacca, il cui metodo e la cui filosofia dovevano assumere grande importanza per la sua teologia. Origene si procurò pure qualche conoscenza della lingua ebraica. Conduceva una vita ascetica e nel 210/211, interpretando falsamente il passo di
Mt. 19,12, si evirò.
Interrompeva l'insegnamento con frequenti viaggi. Forse in seguito ai massacri ordinati nel 215 in Alessandria dall'imperatore Caracalla, Origene lasciò la città e si recò a Cesarea di Palestina, dove tenne delle conferenze alla comunità dietro richiesta del vescovo Teoctisto ed anche di Alessandro vescovo di Gerusalemme. Quindici anni più tardi, quando in viaggio per la Grecia (230) giunse a Cesarea, i suoi due amici vescovi lo ordinarono sacerdote, nonostante la sua mutilazione volontaria. Irritato per questo fatto, il suo vescovo Demetrio lo fece dichiarare deposto dalla cattedra e dall'ufficio sacerdotale da due Sinodi tenuti in Alessandria (230/231), per l'irregolarità della sua
ordinazione e verosimilmente anche per qualche opinione non ammessa dalla Chiesa. Si recò allora a Cesarea ove rimase fino all'impero di Decio, e dove fondò una scuola sul tipo di quella alessandrina. Vi fu suo discepolo
Gregorio il Taumaturgo.
La sua produzione scientifica lo aveva reso noto anche fra i pagani. Giulia Mammea, madre dell'imperatore Alessandro Severo, lo invitò, tra il 218 e 222, ad Antiochia per udirne le conferenze. Sotto Decio fu probabilmente rinchiuso in carcere nella stessa Cesarea, e barbaramente torturato; morì in conseguenza di questo trattamento, all'età di 70 anni, verosimilmente nel 253, a Tiro.
Fin dai suoi tempi Origene fu considerato come il più importante fra i teologi della Chiesa greca. Il suo nome fu discusso nell'antichità cristiana e pronunziato con entusiasmo o disprezzo. Se molti eretici si richiamarono alla sua autorità, anche la vera dottrina ebbe assai da imparare da lui. Origene volle essere un cristiano "ortodosso", il che si rileva anzitutto dal valore grandissimo ch'egli attribuisce all'insegnamento ufficiale della Chiesa, tanto che ogni errore di dottrina ritiene peggiore di una deviazione morale. Tuttavia, le sue preferenze per l'interpretazione allegorica della Scrittura e l'influenza della filosofia platonica, lo fecero cadere in gravi errori dogmatici. Le discussioni intorno alla sua ortodossia ebbero termine solo nel VI secolo quando l'imperatore Giustiniano I, nell'editto del 543, condannò nove proposizioni di Origene. A questo editto aderirono presto tutti i vescovi dell'impero, e tra i primi il patriarca Costantinopoli e papa Vigilio.
Origene superò in fecondità letteraria tutti i Padri dell'antichità cristiana. Molte delle sue opere sono però produzioni occasionali, come prediche e conferenze, che venivano riprese dagli stenografi; così soltanto si può intendere l'enorme numero degli scritti, e il loro non grande valore letterario.
Delle sue numerosissime opere - per lo più di carattere biblico - soltanto una piccola parte ci è pervenuta, e non nell'originale greco.