Aggeo è il profeta degli esuli tornati in patria e del nuovo tempio. Il secondo anno del re Dario, Dio ispirò il profeta Aggeo a stimolare lo zelo dei Giudei perché il tempio fosse in breve completato. Aggeo adempì l'incarico con le sue profezie, fatte tutte il secondo anno di Dario, in mesi diversi.
Sono quattro oracoli:
1° - dichiara al popolo che l'indifferenza rispetto alla ricostruzione del tempio è causa della carestia, ed esorta Zorobabele e Iozedàc a riprendere i lavori;
2° - è il più importante: a consolazione di quanti piangono vedendo l'inferiorità del nuovo tempio paragonato all'antico, annunzia che il nuovo tempio sarà più glorioso dell'antico, perché accoglierà dentro le sue mura il Messia;
3° - rimprovera i sacerdoti perché non osservano la purità richiesta dai riti; esorta a finire presto il tempio per avere abbondanti raccolti;
4° - assicura a Zorobabele, capo della casa di David e tipo del Messia, la continua protezione di Dio.
Zaccaria cominciò a profetare circa due mesi dopo Aggeo: figlio di Barachia, sembra fosse della tribù di Levi. L'ultimo suo oracolo che porta la data è dell'anno quarto di Dario. Di lui non si sa altro. Il libro di Zaccaria parla della restaurazione della teocrazia e del futuro regno messianico. Si compone di tre parti:
I) contiene otto visioni e un'azione simbolica, predice la fondazione e la gloria del regno messiaco: unendo i fatti presenti e futuri, passa dalla restaurazione materiale a quella morale;
II) colta l'occasione di una domanda del popolo sul
digiuno in relazione alla rovina di
Gerusalemme, il profeta dice che il digiuno non ha più scopo e che ciò che Dio desidera è l'osservanza della Legge;
III) annunziato il giudizio di Dio contro le nazioni, Zaccaria annunzia la felicità d'
Israele, ma al cattivo Israele, che non vuole Dio come pastore, annunzia come pastore un lupo feroce. Passa poi ad annunziare le grandi battaglie dei nemici contro il popolo eletto, che ottiene la strepitosa vittoria e conseguirà la felicità nel regno messianico.
Di Malachia, l'ultimo dei profeti minori, nulla sappiamo: non è sicuro nemmeno il nome, perché Malachia vuol dire "Mio messaggero", titolo che poteva avere qualunque inviato da Dio. Dai vizi che rimprovera al popolo, si argomenta che il profeta sia stato contemporaneo di Neemia.
Il libretto di Malachia può dividersi in due parti, cui è aggiunto un epilogo:
I) Malachia rimprovera i sacerdoti per le turpi negligenze nel culto divino e nei sacrifici, annunzia che Dio rifiuterà e farà cessare i sacrifici levitici per sostituirvi una vittima immacolata che sarà offerta in tutta la terra, il sacrificio del Messia;
II) biasima il popolo per la negligenza nelle decime, per gli scandalosi matrimoni con donne straniere, ed annunzia il giudizio di Dio e il precursore del Messia.
Epilogo: il profeta richiama all'osservanza della Legge, e promette che presto apparirà il precursore del Messia.