Cappuccini

II modello di san Francesco dimostrò tutta la sua vitalità nella fondazione dell'ordine dei cappuccini (1525-28). Influssi diversi contribuirono alla fondazione di uno degli ordini riformatori più fecondi dell'evo moderno. Più fortemente che non, ad esempio, tra i carmelitani o nella Compagnia di Gesù furono all'opera in questo movimento vitale anche forze religiose che abbisognavano urgentemente di un discernimento degli spiriti e che non a caso richiamarono l'attenzione dell'inquisizione. Motivi trainanti del nuovo ordine (autonomo dal 1527 e 1619) furono:
1. un rinnovato entusiasmo per la povertà: si volle di nuovo seguire letteralmente la regola e il « testamento » (1223) del fondatore ed essere l'ordine religioso più povero e piccolo di tutti;
2. una tendenza pronunciatamente eremitica, laicale e contemplativa, influenzata dalla toscana Camaldoli (Ludovico e Raffaele da Fossombrone); l'esperienza mistica di Dio era un presupposto per un'attuazione coerente di questa forma povera di vita;
3. una nota carismatica alla predicazione apostolica penitenziale e itinerante; nei primi decenni fu praticata addirittura la predicazione entusiastica da parte di laici, finché, nel corso del successivo sviluppo, solo una minima parte dei frati, ben formati e preparati a questo scopo, fu destinata a coadiuvare la cura d'anime, alle missioni tra il popolo e alla predicazione missionaria (1578, ali'incirca uno ogni venti). La predicazione cappuccina dei secoli XVII e XVIII, con il suo carattere imaginifico, popolare, con la sua plasticità barocca e la sua cordialità faceta, collegata a devozioni popolari, processioni, rappresentazioni sensibili e una calda introduzione alla preghiera divenne un genere letterario. In tal modo si soddisfaceva una delle istanze centrali del periodo della riforma protestante.

4. Questo movimento riformistico ascetico fu vicino ad ambienti revivalistici ed entusiastici italiani. Matteo da Bascio fu efficacemente sostenuto, per esempio, da Vittoria Colonna, così come i cappuccini in genere debbono a dame altolocate e ai loro interventi presso i papi se nelle difficili crisi dell'inizio non furono soppressi dalla curia. Infatti i primi cappuccini dimostrarono 5. una pericolosa tendenza all'individualismo, alla ribellione (Ludovico di Fossombrone rifiutò di obbedire al suo successore), a fuoruscire dall'ordine (il fondatore Matteo da Bascio ritornò fra gli osservanti), anzi all'apostasia dalla fede (il vicario generale Bernardino Ochino da Siena, 1542). Non da ultimo questa relativa estemporaneità e indipendenza e l'inclinazione all'entusiasmo permisero ai pastori popolari dalla barba lunga e dai piedi scalzi, provenienti da Milano e da Venezia, di metter piede nelle regioni alpine della Svizzera (1589), del Tiralo, della Baviera (1605), della Boemia (1618), dell'Austria interna (1619) e di Salisburgo (1593, Radstadt 1613), con una organizzazione provinciale concepita per i nuovi tempi. Essi lavorarono come missionari soprattutto nelle campagne e riuscirono a penetrare col loro stile semplice nel cuore della società paesana. Proprio nelle remote valli alpine del Ttirolo, per esempio, si erano impiantate piccole chiese vitali quali quelle delle comunità di battisti. Nelle regioni montuose attorno a Salisburgo e della Carinzia, lontane dalle vie di comunicazione, aveva resistito un convinto luteranesimo. Con missioni sistematiche singoli cappuccini riuscirono a ricondurre alla Chiesa cattolica migliaia di protestanti delle Alpi.

Essi rappresentarono anche nelle città (per es. Linz, Steyr e Vienna) un complemento eccellente al lavoro dei gesuiti. Data la loro levatura spirituale e intellettuale e la loro origine, li troviamo presto anche in posizioni chiave della politica ecclesiastica e della diplomazia, o alla testa della predicazione di crociate e dell'istruzione del popolo (san Lorenzo da Brindisi, san Fedele da Sigmaringa, Marco d'Aviano, Procopio da Templin, padre Giuseppe da Parigi ecc). Il loro contributo al rinnovamento cattolico, alla ricattolicizzazione e alla missione mondiale non è ben documentato come quello della Compagnia di Gesù, ma non è certamente inferiore. Essi si fecero meno nemici dei gesuiti e superarono relativamente bene la secolarizzazione.