La luce del cuore. Antropologia e mistagogia del Cuore di Cristo centro e orizzonte della vita cristiana

Ricollocare i misteri del sacro Cuore al centro della vita del cristiano, oggi, in un’epoca secolarizzata. È questo l’obiettivo del vol., che, scritto da un laico, ruota intorno a due termini fondamentali: la Parola e il cuore. Non si tratta dunque di riesumare devozioni dimenticate quanto piuttosto di portare avanti una ricerca viva al cui centro c’è appunto Gesù. L’a. compie anche ampi riferimenti alla dimensione musicale, non per artificio formale, ma come «espressione della sensibilità scaturita dall’ambito spirituale e devozionale trattato».

Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 16
(http://www.ilregno.it)

Con molta onestà, praticata con passione, l’autore sfida i pregiudizi nei confronti della devozione al Cuore di Cristo proponendo con dovizia un’ampia documentazione (da quella biblica a quella liturgica, a quella magisteriale, teologica, antropologica e di altre tradizioni culturali). Così che risulta verificabile quanto dichiarato nella bandella di presentazione: «Con questo obiettivo il lettore viene accompagnato in un viaggio che dalla dimensione antropologica attraversa quella liturgica, associando la contemplazione cosmica all’impegno storico, nell’apertura alla prospettiva escatologica»; il tutto per riproporre con un linguaggio chiaro e comprensibile il Cuore di Cristo come «centro e orizzonte della vita cristiana» (forse proprio per questo potevano essere risparmiate al lettore le poche immagini a colori, anche non ben fotografate, di alcune espressioni di artistiche, statuarie e devozionali al Sacro Cuore!).
L’intenzione dell’opera è propositiva, didattica, mistagogica (con ampio spazio alla liturgia) e quindi prevale su una possibile problematizzazione, che non emerge quasi mai. Letta secondo questa prospettiva l’autore può essere ben soddisfatto come anche i lettori, soprattutto apprezzando che non è un accademico o un liturgista di professione: è un dirigente e un consulente in etica d’impresa, impegnato in ambito ecclesiale, ecumenico ed interreligioso che ha fatto i suoi studi antropologici e teologici. Ad maiora!

Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)