Buber Martin nasce a Vienna nel 1878.
Viene affidato a Lemberg in Galizia ai nonni, dopo la separazione dei genitori. Qui subisce il forte influsso del nonno Solomon che era studioso della tradizione midrashica. Sempre a Lemberg viene a conoscenza del movimento mistico-popolare del chassidismo.
Fin da giovane si avvicina ai testi di Pascal, Nietzsche e Kierkegaard.
A vent'anni Buber aderisce al movimento sionista, fondato da Herzl, ma l'anno seguente come delegato al III Congresso Sionista di Basilea, tiene una relazione dove dalle posizioni di Herzl, propone un sionismo come "educazione".
"Per Buber il sionismo è ansia di conoscenza delle proprie radici, consapevolezza di una profonda identità ebraica in grado di aprire l'ebreo all'impegno e al confronto nel mondo. E la sua idea politica è stata quella per cui gli ebrei avrebbero dovuto costituire una comunità nella forma di insediamenti ebraici in Palestina, che scegliessero come propria norma il dialogo io-tu e che contribuissero con gli Arabi a trasformare la madrepatria comune in una repubblica nella quale entrambi i popoli avessero la possibilità di libero sviluppo".
Buber per circa quarant'anni lavora alla traduzione della Bibbia in tedesco, lavoro che per il nostro A. è: "l'esempio di una possibilità di dialogo fra cultura tedesca e tradizione ebraica". Filosofo ebreo tedesco, fu professore di religione ed etica ebraica all'Università di Francoforte dal 1925 al 1933, nel 1938 si stabilì in Palestina. E' strano parlare della sua vita quando lui stesso pensa che: "Le anime non raccontano di se stesse, ma di ciò che su di esse ha agito; quanto apprendiamo dal loro racconto non appartiene perciò soltanto alla psicologia, ma alla vita".
Muore a Gerusalemme nel 1965.
Continua