Il pensiero di papa Francesco ha radici lontane. Attraverso la selezione di testi, discorsi e omelie di Jorge Mario Bergoglio, prima provinciale dei Gesuiti, poi Rettore dell’Università di San Miguel, quindi arcivescovo di Buenos Aires e infine pontefice, questo volume mette in luce una continuità di pensiero tra gli scritti degli anni Settanta e il «pontificato della tenerezza e della misericordia », come è stato definito da autorevoli commentatori.
Questa antologia vuole offrire ai lettori una rassegna sul pensiero sociale e politico del primo pontefice latinoamericano, che mette al centro della sua riflessione i poveri e l’esercizio della politica come costruzione del bene comune: l’indignazione profetica urlata a Lampedusa contro la «globalizzazione dell’indifferenza» è la stessa manifestata nella Piazza Constitución a Buenos Aires contro la tratta di persone e il lavoro in schiavitù. Il pensiero umanistico di Bergoglio, fortemente incentrato sulla difesa della persona umana, rivela anche la ricchezza del pensiero della Chiesa latinoamericana, poco conosciuto e pervaso di stereotipi culturali.
IL PENSIERO SOCIALE E POLITICO DI BERGOGLIO E PAPA FRANCESCO
di Marco Gallo
Questa antologia di testi che si sottopone all'attenzione dei lettori evidenzia in ultima analisi la profonda continuità dipensiero esistente tra il cardinale forge Bergoglio e papa Francesco. Una continuità che si riscontra anche nei testi del Bergoglio non ancora vescovo ausiliare di Buenos Aires, né arcivescovo della capitale del Rio della Plata. Abbiamo infatti ritrovato alcuni articoli scritti dall'alloraprovinciale dei Gesuiti in Argentina, negli anni Settanta e Ottanta. I contributi di Bergoglio sono apparsi per lo più nella rivista della Compagnia di Gesù «Stromata», diretta da padre Juan Carlos Scannone, ma anche in altre riviste, sempre legate all'ambiente culturale e intellettuale dei Gesuiti.
Al centro del presente studio ci sono l'evoluzione del pensiero di Bergoglio, la difesa della dignità umana attraverso il lavoro e il suo pensiero sociale, legato alla dottrina sociale della Chiesa e all'opzione preferenziale per i poveri, che nasce da un profondo radicamento nella Parola di Dio e nel Vangelo. pensiero sociale di Bergoglio, prima come religioso gesuita, poi come arcivescovo di Buenos Aires e infine come papa, alla luce di un'originale rielaborazione che molto deve all'essere figlio di S. Ignazio, soprattutto dal Concilio Vaticano II, dove la promozione umana e la denuncia profetica dell'ingiustizia si ricollegano alla tradizionale dottrina sociale della Chiesa.
In Berizoglio esiste un forte accento a porre e a definire i poveri come centro e priorità assoluta, non solo per la cristianità ma per la società nel suo complesso. Il richiamo alla missione che oggi come papa compie nello spingersi verso «le periferie esistenziali» nità è un appello e un'esigenza a ricentrarsi a partire della periferia. Quando nell'esortazione apostolica Evangelii Gaudium al capitolo quarto parla dell'inclusione sociale dei poveri nella dimensione evangelizzatrice della Chiesa, vuole affermare che i poveri con tutti i loro diritti formano parte di questa missione evangelizzatrice, non sono la periferia ma il centro della pastorale missionaria della Chiesa. Da questa preoccupazione concreta e misericordiosa verso «i piccoli del Regno» dipende nel futuro la credibilità della comunità cristiana. In questo movimento permanente centro-periferia, cioè nel porre i «periferici» nel centro delle preoccupazioni pastorali e missionarie, si gioca la possibilità di un nuovo raccolto spirituale e umano. Dice papa Francesco nel paragrafo 200 dell'Evangelii Gaudium:
l'immensa maggioranza dei poveri ha una speciale apertura alla fede; hanno bisogno di Dio e non possiamo tralasciare di offrirgli la sua amicizia, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. L'opzione preferenziale per í poveri si deve tradurre principalmente in un'attenzione religiosa privilegiata e prioritaria.
Questa alleanza stabilita con i poveri, con il popolo, una storia ed è maturata dopo l'esperienza in qualità di provinciale gesuita, responsabile del governo pastorale di una grande diocesi come quella di Buenos Aires.
Come ha recentemente affermato Andrea Riccardi, «per Francesco c e un popolo largo da incontrare: bisogna creare ponti. È quel popolo misto che ha conosciuto a Buenos Aires, santo e peccatore, ma attraversato da una domanda di fede, non una minoranza di puri».
La sua esperienza come Provinciale della Compagnia di Gesù in Argentina è anche quella di un impegno pastorale vicino ai poveri nella costruzione di parrocchie e cappelle, nell'aiuto concreto a famiglie povere, nella provincia di Buenos Aires a San Miguel, dove vi sono le facoltà di filosofia e di teologia dei Gesuiti e dove decide di insediare dal 1973 la curia provinciale. Anche in questa prospettiva è evidente una scelta verso la periferia, Bergoglio decide di vivere a San Miguel e non nella città di Buenos Aires, la sua passione missionaria lo spinge a vivere accanto alla gente più umile e proprio in quegli anni, in cui va al potere la dittatura militare, farà del Colegio Maximo a San Miguel un luogo di rifugio per tanti perseguitati politici, che riuscirà a far espatriare e a porre in salvo, come ha ben documentato Nello Scavo in un recente studio. Senza dubbio il pensiero sociale è influenzato dalla sua formazione gesuitica; nel 1980 scrive sul «Bollettino di Spiritualità della Compagnia di Gesù» un articolo, che riportiamo in questa selezione antologica sui criteri di azione apostolica.
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Catechista Egle Lombardo il 29 marzo 2016 alle 10:49 ha scritto:
Libro che conduce al senso pratico di cosa sia la pastorale sociale, nonostante il numero di pagine è un libro che va letto giorno per giorno per carpire la sua essenza. Ne consiglio vivamente l'acquisto.