La ricerca della parola perduta

Con la presente raccolta vorrei trovare il filo sottile che collega tante manifestazioni religiose, spirituali non ufficiali, che non rientrano cioè negli argini della cultura accettata dalla generalità dei credenti. Esse potrebbero essere manifestazioni di pensiero folle, tanto nel senso di pura stravaganza, come in quello di insoddisfazione a percorrere i binari consueti, e sentiti come costringenti di una novità in via di formazione, di una vastità di anima che soffre delle angustie di menti soddisfatte di uno stato di cose che viene, eufemisticamente, considerato come ordine, solidamente costituito e difeso. Di fronte a questo fermento di ricerche, di movimenti, di impostazioni di vita differente l'atteggiamento cristiano non può essere che di attenzione tesa a voler capire e imparare. Non sappiamo mai da dove venga lo spirito e verso dove vada.

Ogni struttura genera inevitabilmente una antistruttura, l'avvento si apre sempre nel deserto e la parola è affidata al Messaggero che si è posto al di fuori di tutto il mondo civile, anche dalle vesti e dai cibi propri della sua cultura; come gli arcani maggiori sono preceduti da una figura senza numero, il matto, immagine della realtà trascendente, che darà scacco matto al re, simbolo dell'autorità essoterica. I movimenti dell'antistruttura possono apparirci come "fuori della storia"; ma è l'uomo che è nella storia oppure la storia è nell'uomo? Nella seconda ipotesi, i movimenti fuori della cerchia strutturata potrebbero essere annunciatori di una mutazione coscienziale in atto. Con questo spirito cercherò di avvicinare alcuni di questi movimenti più noti. Del resto il Signore ci dice: "Siate comprensivi come il Padre vostro che è nei cieli. Non guarda alla bontà o alla malvagità del proprietario del campo, ma alle possibilità di vita racchiuse nel terreno" (cf. Lc 6,36).