L'arte del presiedere la liturgia

Pochissime pagine, ma molto di attualità in un “momento” come quello che sta vivendo la Chiesa in questi anni in cui ci si avvicina al 50o del Vaticano II e si tentano di fare valutazioni su vari aspetti della riforma liturgica, a partire da come si presiede l’azione liturgica. La “presidenza” infatti è un indice significativo di un’autocomprensione della liturgia, della formazione del presbitero, ma costituisce soprattutto il “luogo” attraverso cui l’assemblea realizza la sua partecipazione ai santi misteri.
Il breve testo è la traduzione di una conferenza tenuta dall’autore durante il VI Congresso liturgico internazionale «Assemblea Santa» a Bose (6 giugno 2008). Articolato in due parti, il testo presenta il passaggio dal mistero al ministero, per svolgere poi varie sottolineature circa il ministero della presidenza oggi.
Un agile volumetto, facilmente accessibile e a portata di mano. L’augurio è che possa passare nelle mani di tanti “presidenti” di assemblea, perché il ministero che sono chiamati a compiere possa essere davvero a servizio del mistero!

Tratto da "Letteratura liturgica" n. 5/2009 della "Rivista liturgica"
(http://www.rivistaliturgica.it)

Nella tradizione degli ultimi secoli l’attenzione è stata posta soprattutto sul tema della validità dell’atto sacramentale, piuttosto che – in linea col recupero fatto dal Vaticano II – al soggetto che presiede e alla «valutazione» dei presenti e partecipanti al rito. D’altra parte nell’esperienza del ministero si corre il rischio d’identificare il proprio stile con il celebrare. Il piccolo vol. intende mostrare come la dimensione di fecondità soggettiva del celebrante e il bene spirituale dei presenti sono parte integrante della sapienza celebrativa.

Tratto dalla rivista Il Regno 2010 n. 10
(http://www.ilregno.it)