Leggere Francesco

Chi meglio di una teologa conterranea – appartenente a quella stessa “fine del mondo” che il papa ha citato appena eletto – poteva “leggere Francesco”, ossia decifrare le coordinate categoriali entro cui si è costituito e tuttora si muove il suo discorso pontificale? La ricostruzione “poliedrica” di Emilce Cuda non trascura alcun aspetto, né sottace gli elementi che fanno attrito tra loro: la dottrina sociale della Chiesa, la teologia nordamericana e il magistero episcopale latinoamericano. Ma è il contesto d’origine a influire di più, e a rendere problematica l’ascrivibilità di Bergoglio a un generico progressismo o a una teologia profetica, di denuncia. Sebbene Cuda ribadisca che “il papa non è peronista”, lo stretto legame tra cattolicesimo argentino e peronismo è uno dei motivi conduttori dell’intero libro e spinge il suo asse verso il dibattito attuale sul populismo (“il nome che assume il peronismo in Argentina”), anche alla luce delle teorie politiche più discusse negli Stati Uniti – da Pierre Rosanvallon a Ernesto Laclau a Chantal Mouffe -, con cui Cuda si è misurata nel suo percorso di studiosa.