Buttare la chiave? La sfida del trattamento per gli autori di reati sessuali

I reati a sfondo sessuale, specie se commessi su minori, godono attualmente di un forte stigma sociale che ha portato a un innalzamento delle misure detentive e a far sì che lo stesso carcere predisponga di sezioni speciali per la loro incolumità. Ma servirà a impedire che una volta scontata la pena vi sia una recidiva? Il vol. presenta una scommessa innovativa che si sta attuando presso la Casa di reclusione di Bollate (MI) e presso il presidio criminologico territoriale del Comune di Milano a cura del Centro italiano per la promozione della mediazione: un progetto che prevede la collaborazione di un’équipe di professionisti di diverse discipline in un’unità di trattamento. In essa si mira a superare i meccanismi di negazione e minimizzazione di solito adottati dagli autori di questi reati tramite meccanismi di riflessione costruttiva sul crimine commesso. Attraverso la pratica del «modellamento» e di esperienze emotive correttive si tenta il recupero di individui violenti, spesso segnati da gravi traumi. Se si riesce a innescare una prassi virtuosa si può puntare alla responsabilizzazione dei colpevoli. E questo a beneficio delle vittime e dell’intera società.

Tratto dalla Rivista Il Regno 2011 n. 22
(http://www.ilregno.it)