La diffusione dell’
Islam è caratterizzata da una mescolanza di religioso e politico. Muhammad (570 - 632) si presenta agli arabi come profeta inviato da Dio. Non fonda solo una nuova religione. Ma anche una nuova nazione. I legami di parentela che reggono l’antica organizzazione tribale lasciano il posto ai vincoli di fraternità in seno alla comunità musulmana (umma). Ben presto, già durante la vita di Muhammad, l'islam evolve verso una supremazia religiosa (poichè si presenta come la vera religione, la religione dell'autentica ortodossia monoteistica) sull'
ebraismo, sul
cristianesimo e sul paganesimo. Questo sentimento di superiorità, anzitutto religioso e in seguito anche etnico, spinge a diffondere la nuova religione rivelata (agli arabi) in tutte le direzioni. L'espansione musulmana ha anche una dimensione politica. La nuova nazione musulmana vuole sbarazzarsi dell'ordine imposto dalle due grandi potenze che controllano la regione: l'impero bizantino (cristiano) e l'impero sassanide (mazdaico). Muhammad organizza e guida una sfortunata spedizione militare contro la Siria. Subito dopo la sua morte, la nuova religione si diffonde rapidamente, sconvolgendo l'ordine politico e religioso del mondo. Mentre il cristianesimo ha impiegato tre secoli — fino all'editto di Milano del 313 - per conquistare ufficialmente l'impero greco-romano, l'islam in soli cinquant'anni raggiunge l'oceano Atlantico a ovest e l'India a est. In realtà, le due grandi potenze regionali dell'epoca, i bizantini cristiani e i persiani mazdaici, erano già indebolite da un accanito conflitto che durava da oltre due secoli. Nel 633, poco dopo la morte di Muhammad, il califfo Abu Bakr lancia una prima ondata di conquiste quasi contemporaneamente in tre direzioni: a est, verso la Persia; a nord, verso la Siria e la Palestina; a ovest, verso l'Egitto e l'Africa del nord. II primo scontro, a nord, avviene fra arabi e bizantini, fra Gerusalemme e Gaza. Poi l'esercito arabo avanza su Damasco, che espugna nel 635, dopo un assedio di sette mesi.
La rapida espansione dell'islam è dovuta anche a un altro fatto. In Persia, dopo la morte di Cosroe II (628), il paese sprofonda in una totale anarchia e Yazdagerd III, l'ultimo sovrano sassanide, non puo piu contare sulle tribù frontaliere che hanno difeso per molti anni l'impero dai beduini. Queste tribù, che erano state maltrattate da Cosroe II, si schierano dalla parte degli arabi, facilitando così la penetrazione delle forze mussulmane in territorio persiano. D'altra parte, la popolazione cristiana della Siria accoglie volentieri gli invasori, sia perchè si sente sfruttata dai bizantini, sia perchè gli
ortodossi (ortodossia) di Costantinopoli considerano eretica la sua dottrina monofisita. Inoltre, per molto tempo i bizantini considereranno l'islam un'eresia ariana. Lo stesso
san Giovanni Damasceno, che nell'VIII secolo vive alla corte del califfo a Damasco, non considera l'islam una nuova religione, bensì una sorta di apostasia dalla religione cristiana. In ogni caso, l'arrivo degli invasori migliora la sorte della popolazione di origine semitica. Cristiani ed ebrei possono continuare a praticare la loro religione e godono dello statuto di Dhimmi, riconosciuto alle «genti del Libro». Chi si converte all'islam (all'inizio gli arabi non incoraggiano la cosa, perchè riduce il numero di coloro che pagano le tasse) deve versare solo il 20% dei propri redditi, una somma molto inferiore a quella imposta dai fisco bizantino. Perciò, sia per convinzione religiosa, sia soprattutto per odio verso Bisanzio e per motivi economici, buona parte della popolazione della Siria, poi della Palestina e dell'Egitto, passa all'islam. Nel corso della prima ondata espansiva e nel giro di alcuni anni, Mesopotamia, Palestina, Siria, Egitto e Persia cadono in mano agli arabi. Nel 635 passano l'Eufrate; Ctesifonte e Nehavand cadono rispettivamente nel 638 e 642 (quest'ultima data segna la fine dell'impero persiano). Riguardo alle province appartenenti all'impero bizantino si possono ricordare queste date: caduta di Damasco (636), di Aleppo (637), di Gerusalemme (638), di Babilonia d'Egitto (641), di Alessandria (642).
I due principali problemi che devono affrontare i musulmani sono: l'amministrazione dei paesi conquistati, poichè il
Corano non contiene alcuna direttiva in merito, e la gestione dei popoli vinti. I musulmani risolvono il primo problema conservando per lo più le istituzioni locali e adattandole progressivamente alla legislazione islamica. Il secondo problema pone un dilemma: i non musulmani sono obbligati, da un lato, a pagare tasse alla comunità musulmana, mentre l'islam, d'altro canto, dovrebbe invitare le popolazioni a convertirsi, cercando di trovare un equilibrio a livello economico. Conquistare la Siria e la
Palestina non significa solo impossessarsi dei loro territori e delle loro ricchezze. La Palestina, e soprattutto la Siria, sono regioni di antica civiltà e molto evolute, che dispongono di personale amministrativo competente. La Siria serve da punto di partenza all'espansione musulmana sul piano logistico e militare. Lasciando La Mecca, in pieno deserto, il centro vitale dell'islam si trasferisce nel cuore dei centri più antichi della civiltà: Damasco con gli omayyadi, Baghdad con gli abbassidi, senza dimenticare Alessandria e Il Cairo (città eretta proprio in quest'epoca). Venute dal deserto, la religione e la cultura islamica si inseriscono ben presto senza difficoltà nella civiltà urbana. Nel 644 la maggior parte della Persia cade in mano agli arabi, il cui dominio ora si estende dal mar Mediterraneo fino all'Oceano Indiano. Sotto gli omayyadi (660-750), l'impero arabo-musulmano raggiunge il suo apogeo e avvia una nuova ondata espansiva. Costantinopoli, capitale dell'impero bizantino, è assediata due volte nella seconda metà del VII secolo. L'Afghanistan è conquistato nel 699-707, a Bukhara e a Samarcanda vengono installate delle guarnigioni e l'islam si stabilisce in India (attuale Pakistan) a partire dal 711. Il Maghreb viene parzialmente islamizzato e da lì un piccolo esercito formato da arabi e berberi passa lo Stretto di Gibilterra. Nel 795 la Spagna è quasi interamente occupata dai musulmani. La loro avanzata in Gallia viene fermata a Poitiers nel 732 da Carlo Martello e i suoi Franchi. Nell' VIII secolo la Sicilia diventa un possesso musulmano.
A partire dall'XI secolo, l'avanzata dell'islam (terza ondata espansiva) è opera non tanto degli arabi quanto dei nuovi convertiti all'islam: turchi, mongoli, berberi. I berberi diffondono l'islam in Africa occidentale. Particolarmente importante è il cambiamento dei mongoli, che in un primo tempo sembrano voler eliminare l'islam dal medio oriente e poi alla fine del XIII secolo vi si convertono. A partire dal XIV secolo l'islam raggiunge la Malesia e l'Indocina. Riguardo all'Europa, l'avanzata ottomana nei Balcani nel XIV e XV secolo è sorprendente. Mentre l'islam scompare dalla Spagna all'inizio del XVI secolo, con l'espulsione dei moriscos, nei Balcani vi sono tuttora milioni di musulmani (Bosnia, Albania, Kosovo).