Nacque ad Aquileia tra il 335 e il 340. Fu vescovo di Aquileia dal 388 sino alla morte (408), succedendo a Valeriano. Riceve la consacrazione episcopale da
sant'Ambrogio di Milano. Dall'Oriente,
Girolamo lo definirà il vescovo «più santo e più dotto» del suo tempo. E sicuramente egli è pure uno dei più generosi verso il traduttore della
Bibbia: gli manda lettere di incoraggiamento e anche aiuti in denaro; e Girolamo ricambia dedicandogli alcune delle sue versioni bibliche.
Ma nell'Impero, governato da due imperatori colleghi e spesso rivali a morte, per due volte in pochi anni la guerra arriva addosso al Friuli. Due battaglie e due vittorie di Teodosio (luglio 387 e settembre 394), con l'immediata uccisione dei rivali sconfitti e le solite devastazioni e rapine della truppa. Così Teodosio rimane imperatore unico, ma alla sua morte riecco un imperatore in Italia (Ravenna) e uno a Costantinopoli: Onorio e Arcadio, figli di Teodosio.
Nel 404 Cromazio di Aquileia intercede presso Onorio per
Giovanni Crisostomo, che era stato condannato un'altra volta all'esilio. Il suo intervento non ebbe esito positivo.
Le delusioni non fermano la sua operosità di promotore di cultura cristiana. Tra un'invasione e l'altra (anche i Visigoti, ora) aiuta e incoraggia studiosi; e uno se lo prende in casa, Rufino di Aquileia, per fargli continuare la Storia ecclesiastica di
Eusebio di Cesarea. E quando Rufino e Girolamo polemizzano tra loro, fa di tutto per riconciliarli e riportarli allo scrittoio. Anche lui, Cromazio, studia e scrive: conosciamo una raccolta di suoi sermoni e un commento parziale al
Vangelo di Matteo.