Nonostante il nome e il contenuto, sono due libri completamente distinti e indipendenti l'uno dall'altro. Il loro nome deriva dal soprannome dato al principale eroe della storia narrata: ambedue narrano l'epopea della sollevazione ebraica contro i Seleucidi, contro la ellenizzazione della patria e in difesa della religione e della Legge; il loro centro d'interesse è la riconquista di
Gerusalemme e del Tempio. Appartengono al gruppo dei libri non riconosciuti come sacri dagli
Ebrei.
Il primo libro abbraccia un lasso di tempo di quasi 40 anni: esso tratta delle gesta di Giuda Maccabeo e dei suoi fratelli, dal 175 al 135. Contro gli sforzi di ellenizzazione, si solleva il sacerdote Mattatia con i suoi figli, in aperta ribellione agli ordini ricevuti. Giuda si pone a capo dei sollevati, sconfigge alcuni generali di Antioco e occupa Gerusalemme, ottenendo per il suo popolo il permesso di vivere secondo le proprie leggi: egli muore poi in battaglia. Gli succede il fratello Gionata, il quale rinnova l'alleanza con Romani e Spartani, ma cade in un tranello tesogli da Trifone, generale prima e traditore poi del re Antioco VI, e viene messo a morte.
Prende allora il comando Simone, altro fratello, il quale sostiene Demetrio II nella lotta per il potere, ricevendo il riconoscimento dell'autonomia politica della piccola nazione e il titolo di etnarca dei Giudei; rinnova l'alleanza coi Romani ma, riprese le ostilità da Antioco VII, Simone viene ucciso a tradimento nel 135-134 a.C.
Il secondo libro abbraccia un periodo di 17 anni, ma non è la continuazione del primo: dopo un'introduzione che contiene due lettere dei Giudei di Gerusalemme a quelli dell'Egitto, narra il castigo di Eliodoro, le persecuzioni di Antioco IV, con la susseguente sollevazione dei Maccabei e le loro vittorie, sino alla morte di Nicanore, che era stato uno dei principali nemici di Israele.