Il libro di Giosuè si riallaccia ai cinque del
Pentateuco mediante la persona di Giosuè, già ministro di
Mosè e costituito da lui come proprio successore. Lo scopo del libro è di far risaltare la fedeltà di Dio alla promessa fatta ai Patriarchi di dare al suo popolo una terra in possesso: continua l'epopea dell'uscita dall'Egitto, con frequenti interventi miracolosi di Dio a favore del suo popolo. Gli eventi sono tutti polarizzati attorno alla figura di Giosuè, presentato come un nuovo Mosè.
Il libro si divide in due parti, l'una storica e l'altra prevalentemente amministrativa e geografica.
I) Comprende i preparativi per l'occupazione della
Palestina e le fasi principali della stessa conquista, vale a dire: la presa di Gerico e di Ai; le successive guerre e vittorie sopra gli Amorrei del sud coalizzati ai danni di Gabaon e sopra i Cananei del settentrione stretti intorno a Jabin, re di Cades; e, da ultimo, la lista dei i re soggiogati.
II) In questa parte si riassume la ripartizione del territorio transgiordanico fatta da Mosè a favore delle tribù di Ruben e di Gad e della mezza tribù di Manasse: vi è trattata poi più specificamente la ripartizione del paese occupato al di qua del Giordano.
Segue un'appendice, dove si racconta il congedo dato alle tribù transgiordaniche e gli ultimi discorsi e atti di Giosuè.