Citazione spirituale

Talità Kum: il disabile e la Chiesa accogliente

di

Ufficio nazionale della CEI per la pastorale della sanità


Copertina di 'Talità Kum: il disabile e la Chiesa accogliente'
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EAN 9788810707715

Fuori catalogo
Descrizione
Tipo Libro Titolo Talità Kum: il disabile e la Chiesa accogliente Autore Editore Edizioni Dehoniane Bologna EAN 9788810707715 Pagine 88 Data gennaio 2002 Peso 176 grammi Collana A passo d'uomo
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il 29 giugno 2017 alle 20:26 ha scritto:

Questo libro l'ho usato per un corso di Licenza all'Istituto Teologico per la catechesi alle persone disabili. Nella prima parte del libro vengono riportati i tre interventi che Giovanni Paolo II ha fatto nel Giubileo del 2000, il 3 dicembre 2000 ha festeggiato il Giubileo della comunità con i disabili: questi tre interventi sono l'omelia della Messa a San Paolo fuori le mura, l'Angelus e il discroso finale che i Papa ha tenuto nella sala Nervi a conclusione della giornata dedicata ai disabili. In libro successivamente è diviso in cinque schede che sono i punti principali sui quali la Chiesa si è focalizzata. Il punto che mi ha più colpito è quello che rigurda il disabile non soltanto come colui al quale si dà, ma come soggetto attivo della pastorale. La persona con disabilità non è solamente colui al quale si dà; deve essere aiutato a divenire anche colui che dà, e nella misura di tutte le possibilità proprie. Un momento importante e decisivo nella formazione sarà raggiunto quando egli avrà preso consapevolezza della sua dignità, e dei suoi valori, e si sarà reso conto che ci si attende qualcosa da lui e che egli può e deve contribuire al progresso e al bene della sua famiglia e della comunità. Le persone disabili non sono solo destinatarie dell’annuncio del Vangelo, ma a loro volta annunciano con la propria vita e missione il Vangelo, partecipando alla costruzione del Regno di Dio. Molto belle sono anche le varie testimonianze di persone disabili che sono riportate alla fine di ogni scheda, soprattutto mi ha colpito una in particolare, quella di Stefano, laureato in filosofia, che usa una carrozzella per muoversi e si esprime per mezzo di un educatore che traduce in parole i flebili suoni che egli emette. Dice che l’espressione “catechesi dei disabili” a lui non piace molto perchè la catechesi è unica e che debba essere adattata a ogni persona, al di là del fatto che abbia un deficit o meno. È molto importante che le persone handicappate partecipino alla catechesi come tutti gli altri. Ed è altrettanto importante che i disabili si preparino anche a diventare catechisti, per dare un contributo ulteriore, che proviene dalla loro esperienza di vita. La presenza dei portatori di handicap potrà favorire l’opera di educazione della comunità all’accoglienza di chi è diverso.
Libretto davvero ben fatto e molto interessante.