La linguistica. In pratica

Non è frequente trovare in un testo di ridotte dimensioni come questo, un materiale così ricco e stimolante. Il volume è nato in funzione della scuola, soprattutto per motivare gli studenti alla linguistica nell’apertura più larga possibile del suo ventaglio e si propone, come primo scopo, di risultare utile e possibilmente capace di avviarli con entusiasmo lungo questo tracciato. «La linguistica è la scienza del linguaggio. Studia, cioè, come funziona il linguaggio umano. Così facendo, finisce per studiare l’uomo nella più centrale delle sue manifestazioni: il pensiero. Infatti il pensiero e il linguaggio sono legati in maniera indissolubile, e si influenzano moltissimo a vicenda. Come ha scritto Wilhelm von Humboldt nella prima metà dell’Ottocento, il linguaggio è di fatto la vera condizione di tutte le attività intellettuali. Senza linguaggio, è dubbioso perfino che il pensiero possa avere luogo. In ognuno di noi, le parole della nostra lingua madre sono la condizione perché avvenga il pensiero. Non possiamo afferrare, possedere, ricordare, trasmettere, modificare un pensiero se non “incamiciato” in forma linguistica. è vero che a volte siamo in grado di concepire un pensiero senza parole, in forma vaga. La prova che un simile pensiero esiste, anche se non riusciamo a formularlo, è che siamo capaci di rifiutare formulazioni che sentiamo non corrispondervi, e quando finalmente ci si prospetta la formulazione giusta, di riconoscerla. Ma prima che questo avvenga, finché il pensiero rimane in quello stato vago e prelinguistico, abbiamo difficoltà a conservarlo: se vogliamo ritrovarlo il giorno dopo, dobbiamo “ancorarlo” a delle parole. E ancora di più, le parole ci sono indispensabili se vogliamo comunicare quella vaga idea a qualcun altro» (p. 15). Questo senso di umanesimo totale pervade ogni sezione del manuale, coinvolgendo profondamente l’utente, mentre gli vengono squarciati, di volta in volta, tutti gli spicchi che compongono l’orizzonte linguistico. Un’operetta completa e fascinosa.

Tratto dalla rivista "Salesianum" 72 (2010) 1, 199
(http://las.unisal.it)