Nel suo scritto teologico ed esortativo, pastorale e ascetico, Grignion de Montfort percepisce e contempla il mistero di Cristo e della Chiesa a partire da un unico punto focale: Maria. Il Trattato è suddiviso in tre parti. Nella prima parte espone la sua dottrina mariana incentrata sulla necessità di una devozione a Maria, come il mezzo più sicuro e necessario per consacrarsi a Dio. Nella seconda parte, l'Autore spiega che la devozione mariana deve avere Gesù Cristo come fine ultimo; se è fine a sé è una "falsa devozione". Nella terza parte si espongono le pratiche interiori ed esteriori necessarie per potersi "consacrare". Un'intuizione attuale per il nostro tempo, che fa di Grignion de Montfort un maestro per il presente e il futuro della Chiesa.
ESTRATTO DALLA PRIMA PARTE
INTRODUZIONE
San Luigi Maria Grigníon de Montfort (1673-1716) è conosciuto da molti per questo suo Trattato della vera devozione a Maria e unicamente per questo. Si tratta in effetti dell'opera più tipica e rappresentativa del suo insegnamento spirituale ed è quindi giusto che l'attenzione venga convogliata su di essa. E tuttavia è abitudine ancora diffusa considerare Montfort come uno fra i tanti autori spirituali del passato che hanno semplicemente raccomandato di essere devoti della Santa Vergine.
Solo di recente — illuminati da eventi ecclesiali come il Concilio Vaticano II, o stimolati da nuovi studi .e dall'esempio di grandi personalità, primo fra tutti Giovanni Paolo II — si è andati scoprendo la vera statura di Grignion de Montfort come maestro di spiritualità, per il quale la devozione mariana non è una pia pratica, dettata dal sentimento e facoltativa, ma una sicura scuola di vangelo, per giungere a vivere l'unica spiritualità cristiana: si va da Maria per arrivare a Gesù Cristo; ci si consacra totalmente a Gesù Cristo, per le mani di Maria, per vivere in profondità e fedelmente il proprio battesimo. Per ogni cristiano di oggi, il Trattato diventa allora un manuale da cui non ci si può dispensare e un classico da non perdere.
LE SCELTE DELL'AUTORE
Luigi Maria Grignion de Montfort, prete e missionario popolare, aveva compiuto i suoi studi d Parigi negli ultimi anni del secolo XVII, tra il 1692 e il 1700, che era stato un grande secolo anche per il culto mariano. La mariologia era nata come trattato specifico della teologia, producendo fecondi approfondimenti dottrinali. Il culto mariano era stato segnato dalla amplificazione del barocco, con il rischio dell'eccesso, ma anche con le positive conseguenze dello sviluppo e della diffusione. Si può far risalire a quell'epoca il sorgere della spiritualità maritino, intesa come ricorso a Maria non solo occasionale, ma riferito a tutte le dimensioni e gli aspetti della vita cristiana. In Francia, è il secolo dei teologi gesuiti come Deny Petau (+1652), Georgcs de Rhodes (+1661) e Théophile Raynaud (+166.3), del domenicano Vincent Contenson (+1674) e del cappuccino Louis-Frawois D'Argentan (11680). Tutti autori di opere mariane specifiche.
Tra gli spirituali, insieme a san Francesco di Sales (+1622) e all'amico Pierre Camus (+1652), troviamo un gruppo di gesuiti, restauratori del culto a Maria, dopo la crisi della Riforma: Francois Poiré (+1637), Etienne Binet (+1639), Paul de Barry (+1661) e Honorat Nicquet (+1667). Essi raccolgono elementi di devozione che giungono dalla spiritualità medievale, li traducono in linguaggio popolare, servendosi di immagini e simboli e proponendo pratiche di devozione spesso minuziose, ma precise e sicure. I domenicani, da parte loro, continuano nella diffusione della pratica del Rosario.
Proveniente dalla Spagna, troviamo anche in Francia il movimento che propaga la schiavitù d'amore a Maria. Pierre de Bérulle (+1629) fu uno dei protagonisti di tale diffusione, ma andò oltre: la sua devozione mariana era radicata nel dogma e si esprimeva in sobrie pratiche, anche esteriori, nella convinzione che dobbiamo andare a Gesù per mezzo di Maria. Alla scuola di Bérulle troviamo Jean-Jacques Olíer (+1657) e san Giovanni Eudes (+1680).
Tra il 1640 e il 1670 si registrano fatti che producono conseguenze nella pratica del culto mariano: vi sono numerose conversioni dal protestantesimo, la devozione mariana si diffonde, ma suscita la reazione degli ugonotti, che l'attaccano come superstizione; il giansenismo del primo periodo aveva conservato la devozione a Maria, ma nel 1640 venne pubblicato l'Augustinus, con le sue tesi sulla grazia, che produsse gravi conseguenze negative per la mariologia. Nello stesso periodo si andava diffondendo lo spirito illuministico e critico, che sarebbe esploso in modo più clamoroso durante il secolo seguente. Due scritti possono essere presi a simbolo di questo momento: la Neuvième des Provinciales (1653), di Blaise Pascal e i Monita salutaria (1673), di Adam Widenfeld. La reazione in difesa del culto mariano si ebbe subito in Francia ad opera di autori come Pierre Grenier, con /'Apologie des dévots de la Sainte Vierge (1675) e Jean-Baptiste Crasset, gesuita, con La véritable dévotion à la Sainte Vierge établie et défendue (1679). La polemica tra i sostenitori del culto mariano e i suoi critici continuò ancora tra la fine del secolo e gli inizi del 1700, basti ricordare il "critico" Adrien Baillet, con il suo scritto De la dévotion à la Sainte Vierge et du culte qui lui est del e il "difensore" Henri-Marie Boudon, con Avis catholiques sur la dévotion à la Sainte Vierge (1694) e con La dévotion à l'Immaculée Mère de Dieu (1696).
Quanto detto è sufficiente a richiamare il clima in cui Luigi Maria Grignion de Montfort visse gli anni della sua formazione teologica e spirituale. Le sue scelte avvennero su questo sfondo. Questi sono gli autori e i libri che lesse. Molti dei nomi che hanno fatto la storia della devozione mariana nei secoli XVI e XVII sono citati nelle pagine del Trattato. Montfort, da parte sua, fa una scelta di grande e coraggioso equilibrio: non rinuncia a proclamare la dottrina e la devozione mariana, lo fa anzi con zelo rinnovato, dopo i dubbi che avevano percorso la Chiesa di Francia; ma nello stesso tempo è cosciente che il culto a Maria deve poggiare su solide basi teologiche, riscoperte nel sicuro alveo della Scrittura e della Tradizione, e nella prospettiva dell'intera storia della salvezza. Il Trattato è tutto percorso dalla preoccupazione di promuovere una vera e tenera devozione alla Santa Vergine: vera, cioè fondata su una sana e solida teologia, lontana dalle esagerazioni e dalle superstizioni; ma anche tenera, cioè vissuta con sentimento e coinvolgimento esistenziale, espressa anche in pratiche esteriori, senza il timore di allontanarsi da Gesù Cristo venerando la sua santa Madre.
SCOPERTA E DIFFUSIONE DEL TRATTATO
La data di composizione del Trattato non è certa; viene accettata l'indicazione del 1712 o 1713. Gli scritti di Grignion de Montfort — in genere brevi — sono rimasti quasi tutti inediti, vivente l'autore; inediti e a volte incompiuti. Montfort era un missionario, impegnato a predicare al popolo e a viaggiare; la morte lo colse a soli 43 anni di età. Nel Trattato, il santo missionario ha trasfuso quanto aveva egli stesso vissuto e insegnato per anni nella sua attività apostolica (cf. VD 110). È dunque un'opera matura, ben meditata e ponderata nei suoi contenuti.
Il manoscritto però andò perduto: i discepoli del Montfort, i missionari della Compagnia di Maria, non erano ancora numerosi, né organizzati; non c'era una casa comune, né una struttura giuridica ben definita e riconosciuta; solo con il tempo si stabilì un punto di riferimento presso la tomba del fondatore. La preoccupazione principale del piccolo gruppo era di continuare la predicazione delle missioni al popolo. Poi vennero gli anni della Rivoluzione, e si dovettero nascondere tante cose. Fu solo nel 1842 che il manoscritto del Trattato tornò alla luce quasi per caso, da uno
scaffale della biblioteca della comunità dei missionari, a St-Laurent-sur-Sèvre, in Vandea. Ora si trova a Roma, custodito alla casa generalizia della Compagnia di Maria. Il manoscritto risulta mutilo in apertura e in chiusura; lo si deduce sia da prove esterne, esaminando il quaderno, sia dai rimandi fatti dall'Autore che non trovano rispondenza (cf per esempio VD 227, 228, 231, 236).
Il Trattato fu pubblicato per la prima volta nel 1843. Il titolo non è dell'Autore. Da allora iniziò la sua diffusione nel mondo intero: oggi si calcola che sia stato tradotto in almeno 30 lingue e che le edizioni superino il numero di 300. In Italia si ebbero le prime traduzioni e stampe del Trattato pochi anni dopo la sua scoperta, a partire dal Piemonte. Forse vi fu un'edizione già prima del 1853, ma il più antico esemplare che si conserva oggi risale al 1857, stampato a Torino da P De Agostini. Seguirono altre edizioni: Novara 1862, Milano 1872, San Benigno Canavese 1886 e 1887. Con il Trattato, nell'arco di alcuni decenni la spiritualità mariana di Grignion de Montfort si diffuse in molte zone dell'Italia. Sacerdoti, religiose, laici, uomini e donne, vivevano gli insegnamenti del Trattato e si organizzavano nella confraternita Maria Regina dei Cuori.
All'inizio del secolo, grande importanza ebbe il congresso mariano internazionale di Roma (1904), che riconobbe la devozione insegnata da Grignion de Montfort come mezzo efficace per rinnovare il vero spirito cristiano nelle anime. Nel 1908, ad opera del padre Callisto Bonicelli, vi fu la prima edizione «monfortana» del Trattato. In quello stesso anno, durante un'udienza al procuratore generale della Compagnia di Maria, Hubert Maria Gebhard, Pio X aveva apposto una dedica su una copia del Trattato, benedicendo tutti coloro che lo avrebbero letto. Ad Asti, nel 1910, vi fu il primo gruppo di consacrati eretto canonicamente in confraternita. A Genova, nel 1911, sorse un gruppo molto attivo, stimolato dal vescovo Pulcino, lettore assiduo degli scritti monfortani. Il 1914 fu importante per la nascita della rivista Regina dei Cuori; vi fu una seconda edizione del Trattato e sorsero i gruppi di Padova e di Casale Monferrato. Altre fondazioni si ebbero negli anni seguenti a Novara, a Bologna, a Torino.
Qui trovi riportati i commenti degli utenti di LibreriadelSanto.it, con il nome dell'utente e il voto (espresso da 1 a 5 stelline) che ha dato al prodotto.
I commenti compaiono ordinati per data di inserimento dal meno recente (in alto) al più recente (in basso).
Dott. DONATELLA PEZZINO il 13 luglio 2021 alle 17:21 ha scritto:
Ho letto molti testi dedicati a Maria, ma nessuno eguaglia questo in bellezza e ispirazione. Dopo averlo "scoperto" per la prima volta in versione digitale, mi sono affrettata ad acquistarne una copia cartacea. San Luigi indica nella devozione alla Vergine la via più breve e sicura per arrivare a Dio, e ci aiuta a sentire sempre sul nostro cuore la sua tenera carezza di Madre.