La spiritualità di colei che viene affettuosamente chiamata «santa Teresina» non è riducibile a una pratica o a una virtù particolare.Consiste piuttosto in un atteggiamento interiore che si manifesta attraverso un'apertura fiduciosa del cuore all'azione di Dio e un desiderio bruciante di «vivere d'amore».Per Teresa, l'amore ha sempre l'ultima parola.In questa esperienza centrata sulla persona di Gesù, l'Autore individua dieci atteggiamenti interiori che sono altrettanti inviti a vivere l'avventura della santità.
INTRODUZIONE
Il mio primo libro su Teresa di Lisieux, Toi, l'amour, pubblicato nel 1996' e successivamente nel 2001 con una nuova copertina, era stato scritto sull'onda dell'entusiasmo e della riconoscenza. Redatto in forma di lettera aperta, riprendeva le grandi tappe della breve vita di Teresa Martin, dalla nascita ad Aleçon fino alla morte al carmelo di Lisieux all'età di ventiquattro anni. Era stato il mio modo di ringraziarla per la guarigione da una polmonite. Quell'incontro con Teresa ha segnato la fine della mia crisi dei quarant'anni. Devo molto a questa donna ardente che, con la sua esistenza, ha compreso che l'amore infinito di Dio Padre, Figlio e Spirito si compiace soprattutto di ciò che è debole, piccolo, abbandonato, provato. Gesù stesso diceva: « Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Imparate dunque cosa significa: "Misericordia voglio e non il sacrificio". Perché io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Matteo 9,12-13). Quell'esperienza intensa di scrittura e di familiarità con Teresa mi ha ispirato un secondo libro: Thérèse de l'Enfant-lésus, docteur de l'Eglise (Teresa di Gesù Bambino, dottore della Chiesa), pubblicato nel 1997. Era mio desiderio conoscere meglio dall'interno il messaggio spirituale e teologico della giovane carmelitana nell'anno in cui ricorreva il centenario del suo ingresso «nella vita », come lei stessa scriveva al reverendo Bellière: « Io non muoio, entro nella vita, e tutto quello che non posso dirle quaggiù glielo farò comprendere dall'alto del Cielo» (LT 244, OC, 584).
Questo libro è esaurito da tempo e, paradossalmente, dopo un'altra polmonite, nell'estate del 2012, ho deciso di riprendere l'opera rivedendola completamente e con un titolo nuovo: Dix attitudes intérieures. La spiritualité de Thérèse de Lisieux (Dieci atteggiamenti interiori. La spiritualità di Teresa di Lisieux). Ho ignorato la seconda parte della prima edizione per concentrarmi unicamente sulla spiritualità di Teresa. Questa parte riprendeva una conferenza che avevo tenuto all'Università Saint Paul, a Ottawa, il 3 aprile 1997, e nella quale mettevo in luce cinque caratteristiche della teologia di Teresa: una teologia spirituale, pratica, narrativa, esistenziale e piena di speranza.
Teresa interpreta quello che osserva e quello che vive alla luce della parola di Dio (teologia spirituale). Scopre la propria missione evangelizzatrice elaborando un discorso sensato che. impegna, e nel quale l'azione e la contemplazione si unificano (teologia pratica). Scruta l'azione di Dio dentro di sé e negli altri scrivendo il racconto delle misericordie del Signore (teologia narrativa). Carica le realtà concrete dell'esistenza di un peso d'amore che le viene dalla sua esperienza di Gesù (teologia esistenziale). Rinnova i concetti di Dio, della Chiesa e della santità avviandosi semplicemente lungo un percorso di fiducia tracciato dalla fede nella misericordia divina, perfino nella notte più buia (teologia sperante).
È una sfida vera e propria trovare il filo conduttore della spiritualità di colei che Pio XI definiva una «parola di Dio per il nostro tempo ». La carmelitana non ha lasciato un sistema teologico con proposizioni derivanti le une dalle altre, e nemmeno un trattato spirituale che descriva le diverse tappe della salita verso Dio. Tutt'al più possiamo trovare qualche sintesi dispersa in circa ottocento pagine di testo, ma non c'è nulla di veramente sistematico. La sua vita è un minivangelo in cui Dio si rivela attraverso ricordi, simboli, allegorie, poesie. Tutta la sua esistenza è teologica e diventa il luogo della sua pratica e della sua missione nella Chiesa e nel mondo.
Teresa comincia a scrivere la sua Storia di un'anima, chiamata anche Manoscritti autobiografici, all'età di ventidue anni: «Non descriverò dunque la mia vita vera e propria, ma i miei pensieri sulle grazie che il Buon Dio si è degnato concedermi. Mi trovo in un periodo della mia vita in cui posso gettare un'occhiata sul passato» (Ms A, SA, 34). Questo libro diventerà il best-seller religioso del XX secolo. Teresa non poteva che esclamare alla fine della propria esistenza: « O mio Dio, avete superato la mia attesa e io voglio cantare le vostre misericordie» (Ms C, SA, 245).
La carmelitana scriveva di getto, senza un piano prestabilito. A madre Maria di Gonzaga confessa: «Non scrivo per fare un'opera letteraria ma per obbedienza e, se vi annoio, almeno vedrete che la vostra figlia ha dato prova di buona volontà » (Ms SA, 251). Teresa carica le parole semplici di un peso d'amore che rimanda al silenzio divino in cui tutto rimane da scrivere, perché tutto è detto nel Verbo fatto carne. Il suo stile, più vicino al linguaggio parlato, cerca il contatto diretto, l'intimità confidenziale. Scrive partendo da ciò che vive e parla con l'autorità del testimone. In questo senso, la sua storia è attuale: si inserisce nella corrente delle autobiografie moderne. Il suo « Io » libero e anelante incontra un «Tu», Gesù, che lei testimonia fino a diventare una cosa sola in lui, pur rimanendo se stessa.
Di Teresa mi ha sempre affascinato il desiderio di amare fino in fondo, di amare soprattutto Gesù, il centro della sua vita. Teresa non ha fatto nulla di speciale, se non amare.
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ANNALISA ISALBERTI il 3 febbraio 2015 alle 16:48 ha scritto:
Dalle sue pagine emerge ancora una volta la bellissima figura di Santa Teresina, con la sua dolcezza e il suo fervore. Sicuramente tanti spunti sui quali riflettere, utili per il cammino spirituale di ciascuno.