Primo incontro con la parola. Introduzione alla Sacra Scrittura con la guida della Dei verbum

Il volume di A. Greco si presenta esplicitamente come un’introduzione elementare alla Sacra Scrittura: «la finalità delle pagine che seguono è aiutare chiunque al primo incontro con la Parola!» (p. 11); un’opera per tutti coloro che, cominciando da zero, vogliano entrare nel mondo della Bibbia. Nessuna velleità di essere nuovo nell’analisi, dunque; tuttavia è evidente fin dal titolo una certa originalità nell’impostazione. L’A. infatti fornisce gli elementi basilari per una prima lettura della Parola di Dio tenendo come punto di riferimento lo schema e il testo della Dei Verbum. Non si tratta di un commento alla Costituzione sulla Divina Rivelazione; piuttosto di un’introduzione alla Bibbia che prende come indice i capitoli della DV. Il testo del Concilio viene prima riportato e poi talvolta spiegato brevemente, talvolta preso come spunto per riflessioni approfondite; a tal proposito, va notato che un po’ per il taglio teologico-pastorale del volume e un po’ per la struttura della DV il lavoro proposto non ha sempre lo stesso livello di approfondimento: il capitolo terzo ne risulta privilegiato, offrendo molti spunti sui temi centrali dell’ispirazione e dell’inerranza, come circa l’interpretazione della Scrittura.
Non solo le note biografiche di copertina, ma anche lo stile con cui il libro è scritto lascia intendere come a monte ci sia una lunga esperienza di insegnamento. È apprezzabile, a tal riguardo, la familiarità con cui vengono citati i testi biblici, i documenti del Concilio, non pochi Padri della Chiesa e qualche autore contemporaneo. L’impressione d’insieme è proprio quella di una contemporaneità dei testi antichi, che entrano tra loro in un dialogo proficuo; purtroppo la grafica non sempre aiuta, rischiando in alcune occasioni di appesantire la lettura con citazioni dei Padri che risultano un po’ troppo lunghe. Un solo limite, dovuto alla scelta di seguire la DV: i capitoli di riflessione teologica precedono quelli più semplicemente descrittivi, quelli cioè in cui vengono presentati prima l’Antico e poi il Nuovo Testamento. Tale scelta è assai significativa per il documento del Concilio, può risultare non così azzeccata per un libro rivolto ai «principianti»; per riflettere sulla rivelazione e ancora di più su ispirazione e verità della Bibbia occorre prima conoscerla un po’, cosa che oggi purtroppo non è più così scontata per chi si accosta al testo sacro.

Tratto dalla rivista "Studia Patavina" 2006, nr. 3
(http://www.fttr.glauco.it/pls/fttr/V3_S2EW_CONSULTAZIONE.mostra_pagina?id_pagina=271)