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DETTAGLI DI «Un uomo solo»
Tipo
Libro
Titolo
Un uomo solo
Autore
Adalbert Stifter
Traduttore
Mazzucchetti L.
Editore
SE
EAN
9788877106339
Pagine
137
Data
marzo 2006
Collana
Piccola enciclopedia
COMMENTI DEI LETTORI A «Un uomo solo»
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Umberto Masperi il 10 settembre 2014 alle 19:12 ha scritto:
*Vae soli!( Liber Ecclesiastes ,IV,10)...
** Non est bonum esse hominem solum ( Liber Genesis , II,18)...
Ho iniziato portando l’attenzione quasi esclusivamente alla figura di Victor, il giovane ‘protagonista’; sono stato attratto, come di consueto nei racconti di Stifter , dalla descrizione attenta, minuziosa, gradevole della natura, nei suoi molteplici aspetti fino a chiedermi, man mano che la lettura procedeva, se il “protagonista” fosse questo giovane sempre in cammino o quella realtà che lo circondava (e che lo ‘abbraccia’ in ogni istante; soffermarsi nell’osservazione così minuziosa non è un esserne posseduti?). Poi, quando appare quell’isola e inizia l’itinerario della sua ‘scoperta’, mi è venuta spontanea (dopo l’urto dello zio burbero,duro,scontroso,cervellotico,maniacale, e via dicendo) la domanda:” CHI è l’uomo solo?”(Non è bello che si tolga la ‘sorpresa’ finale al lettore - quel cattivo gusto,in questo caso, di chi ha già letto tutto - ma lo fa,questo scherzo, il titolo tedesco: Der Hagestolz - il cui significato è ben preciso. I due termini: “Hag” è la siepe (Hecke=siepe,anche nido), “Stolz” è l’orgoglio, la superbia). E quella famosa frase della Genesi (che molti, oggi, col trionfare delle separazioni, dei divorzi, ormai 'brevi', delle coppie di fatto, hanno reso banale) com’è sempre verità profonda! (la “com-unione” dell’“io” col “tu”, che, prevenendo l’obiezione superficiale, è ancor più profonda nella persona contemplativa, che si ritira dal mondo, dal ‘chiasso’, e com-unica con Dio nella preghiera e contemplazione, ‘abbracciando’ tutta l’umanità…altro che ristretto confine del luogo-cinto-dalla-siepe).
*NB. Questa edizione è impreziosita da una Postfazione di Helmut Bachmaier, che davvero offre numerosi spunti di riflessione, con riferimenti interessanti anche di carattere filosofico. Una novella che Adalbert Stifter forse non poteva immaginare che avrebbe “parlato” ancora all’uomo di un secolo dopo, fuori da quello ‘spazio’ asburgico: all’uomo del villaggio globale (al cinto-da-siepe non è forse, per alcuni, subentrato il monitor del PC, il ‘virtuale’, la video-dipemdenza?). Il penultimo dei sette capitoli è :”Il ritorno” (ma dentro mi rimane quella figura dello zio … con quelle sue parole).