PROFETI
II termine «profeta» traduce l'ebraico nubi e il greco prophetes. I profeti sono donne e uomini ispirati dallo Spirito di Dio che è su di loro. Le manifestazioni sono trance o estasi (1Sam 10,11; 19,20; 1Re 22,12 ecc). La parola profetica è un oracolo, cioè l'annuncio di ciò che Dio ha deciso di fare. I profeti si associano spesso in confraternite (2Re 4,38). All'epoca di Elia, i membri di questi gruppi sono detti «figli dei profeti». I cosiddetti profeti classici hanno prodotto delle raccolte che sono in seguito entrate a far parte del canone biblico.
Nella storia di Israele, i profeti hanno giocato un ruolo molto importante nella difesa della fede in Dio. Essi hanno combattuto soprattutto l’idolatria (IRe 18,20ss) e le perversioni sociali, politiche, economiche e morali che colpivano il popolo di Dio. Agendo in nome di Dio, essi si concedono una libertà di parola che neppure le repressioni politiche riescono a intaccare (Ger 1). È importante sottolineare anche che l'azione profetica ha conservato Israele in una vera ortodossia politica, perché il campo d'azione della profezia non era a priori esclusivamente religioso.
Come nell'Antico Testamento, i profeti cristiani sono uomini e donne ispirati (At 21,9; 1Cor 11,5; At 2,17). Essi sono soggetti all'azione dello Spirito Santo (At 11,28; 21,11) che li spinge a profetare, li fa entrare in trance e annunciare gli oracoli di Dio (At 19,6; 21,9; 1Cor 12,1ss). Sono sia nelle comunità greche di Corinto (1Cor 12,10) sia nelle comunità palestinesi. Formano delle confraternite (At 11,27), ma operano anche a titolo personale (At 11,28; 21,10). Fra i profeti noti, si possono citare Giuda e Sila, profeti della Chiesa di Antiochia. Si conoscono anche Barnaba, Paolo, Simeone, Anna e Lucio. Erano chiamati profeti e dottori. Anch'essi difendevano l'ortodossia del culto denunciando i culti idolatri e intervenendo anche in politica. Minacciando sanzioni divine, si fanno portatori delle regole della salvezza e attraverso promesse messianiche (messianismo) indicano al popolo un avvenire il cui autore e sovrano è solo Dio. Il cristianesimo primitivo ha concentrato nella figura di Gesù la realizzazione di tutte le attese messianiche che avevano coltivato i profeti dell'Antico Testamento. L'impoverimento del profetismo posteriore si spiega con il fatto che Gesù è la figura stessa del profeta escatologico (escatologia). Nella sua persona si concentrano le funzioni di re, sacerdote e profeta che organizzavano la vita di Israele. Nelle situazioni di ingiustizia e di oppressione politica, la figura del profeta si è dimostrata spesso fonte di ispirazione (soprattutto in Africa, grandi figure politiche come Matsoua Andre Grenard o Simon Kim-bangu hanno potuto, attraverso la simbologia profetica, incarnare le speranze di tutto un popolo. Radicati nella dimensione religiosa attraverso il loro impegno cristiano, essi davano corpo e prospettive alle ispirazioni dei loro popoli alla liberazione dalle potenze coloniali). La figura del profeta - soprattutto di tipo veterotestamentario descritta da Max Weber (1864-1920) gli ha permesso di sviluppare una vera teoria dell'azione politica. Egli ha fatto del profeta un ideale. Il profeta weberiano ha una visione unitaria che dinamicizza la sua vita. Questa visione si è formata in un momento particolare che potrebbe corrispondere a una conversione di tipo revivalistico, trascinandosi dietro tutti coloro che riesce a persuadere. Allora i discepoli ordinano e dirigono la loro vita in base alla vita, alla parola e all'impegno del profeta. Attraverso la figura del profeta Max Weber mostra chiaramente come funziona il carisma, trasferendolo dal religioso al politico.