Secondo la convinzione di fede della Chiesa cattolica romana e di altre Chiese è uno dei sette sacramenti della Chiesa. Secondo la dottrina cattolica, il governo della Chiesa è istituzionalizzato, in quanto la Chiesa è comunità ordinata. Se un tempo la sua «potestà» (potestas, "potere") era sovraccentuata, il concilio Vaticano II cercò, invece, di intenderla come «servizio» o «compito» (munus). Il compito di governo nel suo complesso ha un aspetto, o una dimensione, sacramentale e una giuridica. Esistono tre gradi dell'Ordine, che rimane sacramento unico: diaconato ("non per il sacerdozio, ma per il servizio"), presbiterato (sacerdozio) ed episcopato. Le gradazioni valgono sia in ambito sacramentale, sia in quello giuridico. A partire dal primo medioevo, l'ordinazione sacerdotale venne considerata a partire dal punto centrale della celebrazione dell'eucaristia: con l'ordinazione il sacerdote è autorizzato a compiere la celebrazione eucaristica agendo 'in persona Christi'. Il diacono impersona il riferimento alla diaconìa di Cristo e della Chiesa nella stessa celebrazione (ministro del Sangue), è ministro del Vangelo (lo proclama all'interno della liturgia della Parola) e della carità. Il vescovo sta giuridicamente all’apice, perché egli è autorizzato a rendere partecipe il sacerdote, mediante la consacrazione, della facoltà di celebrare l'eucaristia con funzione di guida. Il concilio Vaticano II ha visto la «pienezza» del s.d.o. nella consacrazione sacramentale del vescovo, mentre le consacrazioni sacramentali a diacono e a presbitero, in maniera diversa conferiscono la partecipazione a essa. Il concilio parlò inoltre di una partecipazione per gradi alla missione e ai tre «ministeri» di Gesù Cristo (munus docendi, gubernandi et sanctificandi). Nel s.d.o. la liturgia sacramentale è costituita dall'imposizione delle mani (da parte del vescovo) e dalla preghiera di consacrazione. Il s.d.o non è ripetibile (conferisce il 'carattere'); le facoltà ufficiali con esso conferite possono, tuttavia, secondo la giurisdizione assegnata, essere limitate o anche «sospese». Le Chiese nate dalla Riforma considerano in generale il battesimo come s.d.o.; nella prospettiva del concilio Vaticano II, la mancanza del s.d.o. è il motivo per cui la genuina e integrale sostanza {substantia) dell'eucaristia non è conservata (UR 22: EV 1/565-567) nelle Chiese riformate. Le ordinazioni della Chiesa anglicana furono dichiarate invalide in una dichiarazione contestata e non definitiva di papa Leone XIII nel 1896.
s.d.o.= sacramento dell’Ordine
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