Ecclesiologia

E' la dottrina sull'esistenza, la costituzione e i caratteri della Chiesa. E' immediata, infatti, la consapevolezza della dimensione ecclesiale del credere: il credente diventa tale all'interno di un'esperienza di comunicazione della fede che gli viene da un'altra persona (o da più), la quale a sua volta l'ha ricevuta da un'altra, e così via. L'ecclesiologia studia l'essere e il manifestarsi della comunità religiosa costituita dai credenti in Cristo, negli ambiti più disparati (quotidianità, ritualità, dossologia, ma anche arte, letteratura, ...): insomma, indaga tutte le diverse forme nelle quali la consapevolezza diretta dell'essere chiesa si è espressa e continua ad esprimersi.

Il termine greco ekklesia («convocazione, assemblea») indica sia un edificio consacrato al culto cristiano sia una comunità cristiana. Nel senso della comunione dei fedeli, il termine «Chiesa» indica l'istituzione e la sua struttura (gerarchia e laicato, vescovi e fedeli) o anche la sua realtà spirituale come comunità di fede, esperienza, nel 'già' della storia, del 'non ancora' del Regno di Dio annunciato da Cristo. In senso teologico, la Chiesa è la comunità di fede che confessa Cristo morto e risorto. San Paolo la definisce Corpo — mistico — di Cristo, cioè il corpo costituito da Cristo capo e dai fedeli sue membra. La designazione di «corpo di Cristo» ha dato luogo un'altra analogia: lo Spirito Santo come anima della Chiesa.

Nel corso della sua storia, la Chiesa è stata chiamata anche sposa di Cristo, tempio dello Spirito Santo, madre dei credenti, popolo di Dio, famiglia di Dio, comunione dei santi. Martin Lutero amava definirla «creatura del Verbo», cioè generata dalla Parola predicata del Vangelo. Depositaria della fede, la Chiesa è incaricata della trasmissione del messaggio evangelico lungo i secoli (tradizione), dell’insegnamento e dell'interpretazione della Scrittura, dell'amministrazione dei sacramenti e di tutto ciò che costituisce la pastorale della salvezza. Il cattolicesimo e l'ortodossia collegano strettamente la visibilità della Chiesa con la sua struttura gerarchica e sacramentale. Non c'è Chiesa senza vescovo; e ogni diocesi nella quale i fedeli si riuniscono attorno al loro vescovo, ai presbiteri e ai diaconi, suoi collaboratori, costituisce una Chiesa locale o particolare; essa non è solo una porzione geografica della Chiesa universale, ma è la presenza della Chiesa universale in un determinato luogo. Nel XVI secolo, la Confessione di Augusta, prima confessione luterana della fede, riconobbe la presenza della fede non a partire dalla struttura del suo magistero, ma a partire dalla corretta predicazione della parola di Dio e dall'amministrazione dei sacramenti conformemente al vangelo.

Dal punto di vista dell'origine documentata nel Nuovo Testamento, i Padri hanno visto la nascita della Chiesa sia al Calvario, simboleggiata dal sangue e dall'acqua che sgorgano dal costato di Gesù trafitto dalla lancia (Gv 19,34) (la Chiesa sacramento di salvezza), sia nel giorno di Pentecoste, quando la fiamma dello Spirito discese sugli apostoli.

La chiesa nel senso di edificio consacrato al culto è essenzialmente al servizio della Chiesa in quanto comunità dei credenti. Dal punto di vista architettonico, le prime chiese si ispirarono alla «basilica» romana, un edificio pubblico costruito per ospitare le assemblee dei cittadini. Ma ben presto si è interpretata questa struttura alla luce della descrizione della liturgia celeste nell'Apocalisse (c. 4). Nella tradizione cattolica, la dedicazione di una chiesa è la liturgia, molto elaborata, della sua inaugurazione ufficiale, nella quale si sottolineano le relazioni fra l'edificio consacrato al culto e il significato soprannaturale delle liturgie che vi saranno celebrate. In questo senso, Ugo di San Vittore (1090 ca. - 1141) vedeva nella chiesa-edificio il primo dei sacramenti.