Indice
C atherine Cornille – Albertus Bagus Laksana
John Baptist Antony – Léonard Katchekpele,
Editoriale
Abstracts
I. Fondamenti storici e teologici
della teologia comparativa
Francis X. Clooney, Le diverse origini della teologia comparativa
Klaus von Stosch, Teologia comparativa e teologia sistematica
I/ Perché la teologia sistematica si orienta alla filosofia
II/ Perché la teologia sistematica
deve aprirsi alla teologia comparativa
II/ Come la teologia comparativa sta cambiando
la teologia sistematica 43ristin Beise Kiblinger, Il dibattito della teologia comparativa sulla teologia delle religioni
I/ Introduzione
II/ Teologia delle religioni
III/ Teologia comparativa
IV/ La teologia comparativa senza la teologia delle religioni
V/ La teologia delle religioni come parte integrante della teologia comparativa
VI/ Nuovi sviluppi nella teologia delle religioni
VII/ L’approccio culturale-linguistico come favorevole alla teologia comparativa
VIII/ Conclusione
II. Motivi ricorrenti in teologia comparativa
Reid B. Locklin, La teologia comparativa
indù-cristiana oggi
I/ Introduzione
II/ Le radici del dialogo (o dei dialoghi) contemporaneo
III/ Punti di tensione feconda
IV/ L’ineluttabilità e l’ambiguità dell’esperienza
Thomas Cattoi, Nuovi orientamenti
nel dialogo buddista-cristiano
I/ Un incontro radicato nella storia
II/ Il dialogo in una società multiculturale
III/ Psicologia e dialogo buddista-cristiano
IV/ Scienze cognitive e nuovi approcci all’antropologia
V/ Dialogo buddista-cristiano e giustizia sociale
VI/ Guardando al futuro
Stephanie M. Wong, La teologia comparativa cristiano-confuciana oggi
I/ Introduzione
II/ Le possibilità di una teologia comparativa cristiano-confuciana
III/ Opportunità per una riflessione cristiano-confuciana
IV/ Conclusione: il valore del confronto cristiano-confuciano
Axel M
I/ Introduzione
II/ Rivalutare il passato confronto cristiano con l’islam
III/ Sviluppi recenti: approfondire e andare oltre il Corano
IV/ Teologia comparativa con l’islam:
ecumenica o comparativa?
V/ Conclusione: la tradizione cattolica nell’impegno vivo con l’islam
Daniel Joslyn-Siemiatkoski, Espandere le frontiere
della teologia comparativa ebraico-cristiana
I/ Introduzione
II/ Le Scritture condivise come quadro comparativo
III/ Applicazioni e implicazioni dottrinali
IV/ Fonti non testuali
V/ Teologie della terra
VI/ Conclusione
Barnabé Hounguevou, La teologia comparativa africano-cristiana. Sfide, opportunità e prospettive.
I/ Introduzione
II/ Teologia comparativa e inculturazione nel contesto africano
III/ Ampliare l’ambito e la metodologia della teologia comparativa
IV/ La teologia comparativa come quadro di riferimento per affrontare l’ibridità
V/ La guarigione nelle tradizioni religiose africane e la teologia comparativa
III. Nuovi approcci in teologia comparativa
Michelle Voss, Approcci critici e contestuali alla teologia comparativa
I/ Gli outsider dentro
II/ Altri dentro
III/ Il fuoco dentro
Gnana Patrick, Un approccio subalterno alla nuova teologia comparativa
I/ Introduzione: la nuova teologia comparativa
II/ Un approccio subalterno alla religione e alla teologia
III/ Il caso dell’Ayyavazhi
IV/ Fare teologia comparativa con l’Ayyavazhi
V/ Conclusione
Marianne Moyaert, La teologia dopo il rito.
Le pratiche incarnate e il futuro della teologia comparativa
I/ Introduzione
II/ Approfondimenti dagli studi sui rituali e dalla religione vissuta
III/ Argomenti teologici a favore di una svolta rituale
IV/ Considerazioni metodologiche ed ermeneutiche
V/ Conclusione
Tracy Sayuki Tiemeier, Approcci non testuali alla teologia comparativa
I/ Privilegiare il testo scritto
II/ Oralità e studi sul folklore
III/ Teologia comparativa con le culture orali
IV/ Teologia comparativa nelle culture orali
V/ Teologia orale comparativa
Forum teologico
Robyn Horner, Anthony J. Kelly (1938-2024).
In memoriam
Editoriale
Nuove frontiere nella teologia comparativa cristiana
La teologia comparativa implica la fede che cerca di capire in dialogo con altre tradizioni religiose. È emersa come disciplina distinta della teologia cattolica alla fine del XX secolo, come risultato diretto e logico dell’apertura della chiesa verso le altre religioni dopo il concilio Vaticano II e del riconoscimento teologico della possibile opera dello Spirito Santo nella vita dei noncristiani, nelle loro credenze e pratiche. Il documento vaticano del 1991, Dialogo e annuncio, menziona quattro tipi di dialogo, tra cui «il dialogo degli scambi teologici, dove gli esperti cercano di approfondire la comprensione delle loro rispettive eredità religiose e di apprezzare i valori spirituali gli uni degli altri» (42.c). La teologia comparativa può quindi essere considerata come l’espressione teologica sistematica del dialogo interreligioso. I teologi comparativi cattolici sono pertanto radicati nella tradizione cattolica romana, ma cercano di approfondire la comprensione teologica attingendo alle risorse di altre tradizioni come fonte di ispirazione. Ciò è stato reso possibile dalla convergenza di diversi fattori: l’apertura verso le altre religioni dopo il Vaticano II, i rapidi sviluppi negli studi accademici sulle altre tradizioni religiose e la formazione di teologi cristiani esperti negli insegnamenti e nelle pratiche di altre tradizioni. Nel primo articolo, Francis Clooney, generalmente riconosciuto come il padre o il fondatore della moderna teologia comparativa, discute la convergenza dei fattori che hanno concorso a dare origine a questa disciplina teologica. Naturalmente, i teologi hanno interagito con altre religioni in modo costruttivo e continuano a farlo, senza necessariamente definirsi teologi comparativi. Tuttavia, la terminologia si è ormai radicata nel mondo accademico e nella chiesa, con diverse generazioni di studiosi che si identificano come teologi comparativi, l’istituzione di programmi, riviste e collane editoriali nel campo e il crescente riconoscimento dell’importante contributo dei teologi comparativi alle discussioni teologiche in senso più ampio. Essendo una disciplina relativamente giovane, la teologia comparativa ha dovuto affrontare questioni e sfide metodologiche. Come scelgono i teologi comparativi su quale tradizione e su quale aspetto di un’altra tradizione concentrarsi nella loro riflessione teologica? Quali sono i criteri utilizzati per determinare ciò che può essere prezioso, interessante o vero in un’altra religione? Qual è il grado di verità di questi elementi dal punto di vista cristiano? Qual è il processo e la legittimità dell’utilizzo di elementi di un’altra religione nella propria riflessione teologica? Quali sono i modi in cui avviene l’apprendimento nella teologia comparativa? E qual è il posto della teologia comparativa nel panorama teologico più ampio? Queste sono alcune delle domande affrontate in Meaning and Method in Comparative Theology1. Ma il campo continua a svilupparsi e a cambiare, con nuovi approcci teorici critici e costruttivi, coinvolgendo una maggiore varietà di tradizioni ed espressioni religiose e indagando nuove frontiere in particolari tipi di teologia comparativa. In questo numero di Concilium ci concentreremo su questi nuovi sviluppi, discussi dagli studiosi più autorevoli nei vari ambiti della teologia comparativa. Nella prima parte di questo numero ci concentriamo sulla storia e su alcune delle eterne questioni della teologia comparativa: il rapporto fra teologia delle religioni e teologia comparativa, e il rapporto fra teologia comparativa e teologia sistematica o fondamentale. Questi contributi sostengono con forza l’importanza vitale della teologia comparativa per affrontare in modo costruttivo la realtà del pluralismo religioso e per ampliare e approfondire la riflessione teologica più in generale. La seconda parte tratta i nuovi sviluppi in aree particolari della teologia comparativa. A causa delle competenze richieste nello studio di un’altra religione, la teologia comparativa cristiana si è suddivisa in buddista-cristiana, ebraico-cristiana, indù- cristiana, musulmano-cristiana, africano-cristiana, est-asiatico- cristiana ecc., ciascuna con le proprie spinte innovative e i propri sviluppi recenti. Non sorprende che l’impegno teologico cristiano nei confronti dell’islam sia molto diverso da quello con il confucianesimo o con le religioni africane. Ogni tradizione riporta il teologo comparativo ad aspetti particolari del pensiero e della pratica cristiana, a seconda del suo orientamento o delle sue priorità. Mentre il confronto con il buddismo si è incentrato sulla psicologia e la psicoterapia come importanti mediatori fra le due tradizioni, quello con le religioni africane si concentra principalmente sulla questione della guarigione, mentre quello con l’ebraismo si è concentrato sulla terra. Ogni teologo comparativo può così essere attratto da aspetti particolari dell’altra tradizione, come è evidente negli sviluppi della teologia comparativa indù-cristiana. Tuttavia, esistono anche alcuni sviluppi simili tra le diverse tradizioni coinvolte nella teologia comparativa. Mentre la teologia comparativa in origine si basava principalmente sul confronto dei testi, oggi si presta maggiore attenzione alle pratiche rituali e alla cultura materiale. E laddove la teologia comparativa tendeva a concentrarsi principalmente sulle cosiddette religioni mondiali, vi è ora un interesse crescente per le tradizioni orali, le religioni tribali e le tradizioni religiose marginalizzate. Tali sviluppi in ciascuno di questi ambiti sono chiaramente influenzati dal pensiero postcoloniale e dalla critica al privilegio accordato agli approcci elitari a ciò che è normativo o importante nello studio della religione e nella vita religiosa in generale. La terza parte del fascicolo affronta poi in modo più generale questi nuovi sviluppi: la maggiore attenzione alle tradizioni orali, agli approcci subalterni, al rituale e alla realtà vissuta e ai particolari contesti storici e culturali in cui si svolge la teologia comparativa. Oltre ad ampliare il campo della teologia comparativa, questi approcci consentono anche ad altre voci, spesso marginalizzate, di entrare a far parte della riflessione teologica comparativa. Queste nuove aree di attenzione o di interesse non intendono screditare o oscurare gli approcci testuali classici alla teologia comparativa, ma piuttosto ampliarne la portata e la rilevanza. Questo numero di Concilium apre una finestra su tutti questi nuovi sviluppi e frontiere. Nel Forum teologico ricordiamo il grande teologo australiano Anthony Kelly recentemente scomparso, la cui vastissima opera teologica, che ha affrontato molte delle questioni teologiche fondamentali, anche nella fase finale della sua carriera si è aperta al dialogo con altre religioni, in particolare sulla questione della speranza.