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Descrizione
L'ultimo articolo scritto da don Mazzolari prima di morire si apriva con una sorta di invocazione: «Non siamo tranquilli sulla vicenda della pace» e ciò a dire quanto il tema gli stesse a cuore. Il volume, ottavo della serie delle edizioni critiche intraprese dalla Fondazione Don Primo Mazzolari e dalle EDB, raccoglie in ordine cronologico tutti gli scritti del parroco di Bozzolo sull'argomento. Pur nel travaglio che il suo pensiero conosce nell'arco di quarant'anni, è possibile riscontrare una profonda continuità nell'ispirazione interiore di don Primo. Così il suo giudizio, inizialmente aperto a una guerra che avesse come obiettivo la giustizia, poi rassegnato alla possibilità della guerra come «male talvolta necessario», si fa sempre più nettamente critico verso ogni guerra, addirittura quella difensiva, definitivamente identificata come antitesi dell'umanità.
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DETTAGLI DI «Scritti sulla pace e sulla guerra»
Tipo
Libro
Titolo
Scritti sulla pace e sulla guerra - Edizione critica a cura di Guido Formigoni e Massimo De Giuseppe
Autore
Mazzolari Primo
Editore
Edizioni Dehoniane Bologna
EAN
9788810108444
Pagine
752
Data
aprile 2009
Peso
1110 grammi
Altezza
24 cm
Larghezza
17 cm
Profondità
4 cm
Collana
Primo Mazzolari
Recensioni di riviste specialistiche su «Scritti sulla pace e sulla guerra»
L’ultimo articolo scritto da don Mazzolari s’apriva con una sorta d’invocazione: «Non siamo tranquilli sulla vicenda della pace». Il vol., VIII dell’edizione critica voluta dalla Fondazione Don Primo Mazzolari e dalle EDB raccoglie, a 50 anni dalla morte, i suoi scritti sull’argomento. Tre sono i nuclei concettuali: una fede strettamente ancorata al Vangelo, che non s’identifica con nessuna scelta politica; una visione concreta e forte della patria, intesa come terra abitata da un popolo solidale e democraticamente rappresentato; una lettura sempre più critica delle degenerazioni dei conflitti contemporanei, per il pervertimento dei valori della convivenza. Così il suo giudizio, inizialmente aperto a una guerra che avesse come obiettivo la giustizia, poi rassegnato alla possibilità della guerra come «male talvolta necessario», si fa sempre più nettamente critico verso ogni guerra definita come antitesi dell’umanità.
Tratto dalla Rivista Il Regno 2009 n. 10
(http://www.ilregno.it)
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