Il perdono trasfigurato

Nella vita della Chiesa la questione dell'esercizio del perdono occupa un posto di tutto rilievo. «Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia» recita il testo della Scrittura. Si tratta tuttavia di un tema posto spesso in modo inadeguato. Si notano infatti varie confusioni: fra il piano esistenziale (il peso dell'offesa) e il piano morale (perché dovrei perdonare? Bisogna sempre perdonare?); fra il piano morale e il piano spirituale (non riuscirò mai a perdonare); fra il piano psicologico e il piano spirituale (non mi va di perdonare). Esistono inoltre un piano personale e uno collettivo dell'esercizio del perdono. Il volume intende mostrare come la fede permetta di porre adeguatamente, in tutta la sua ampiezza, la questione del perdono umano, di rinnovarla interamente e di offrire la sola risposta la cui coerenza e pertinenza siano all'altezza della sfida. Il perdono di Gesù Cristo, vincitore della morte, introduce infatti nella situazione di ogni uomo un dato nuovo, determinante: sia le offese subite, sia quelle arrecate assumono una diversa portata. Con un approccio che va dall'esperienziale al metafisico, l'autore getta uno sguardo teologico su una questione di spessore antropologico, con un continuo andirivieni tra questi due poli che gli consente infine di giungere a una visione unitaria del perdono umano.