Citazione spirituale

Il pane della vita

di

Léon Dufour Xavier


Copertina di 'Il pane della vita'

EAN 9788810410035

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Descrizione
Tipo Libro Titolo Il pane della vita Autore Editore Edizioni Dehoniane Bologna EAN 9788810410035 Pagine 136 Data gennaio 2006 Peso 198 grammi Collana Studi biblici
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il 4 novembre 2011 alle 18:11 ha scritto:

Commento in due parti, a causa della lunghezza ,resasi necessaria.
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Sull’eucaristia va certamente segnalato questo lavoro del grande esegeta francese Xavier Léon-Dufour che ci ha dato testi di grande spessore e competenza per l’approfondimento del messaggio della Bibbia,soprattutto del N.T. ,negli anni 60-80 del secolo scorso (è morto quattro anni fa, 2007). E’ sufficiente ricordare il magistrale :“Lettura dell’Evangelo secondo Giovanni” che manifesta la particolare attenzione che sempre ebbe per il quarto evangelista.
Questo testo, ANCHE SE nella “Premessa” ha una punta polemica ( che non condivido ) sull’aspetto di “adorazione” del Santissimo esposto sull’altare ( “Perché non protestare la subordinazione della messa all’esposizione del Santissimo”),dovuta ( come non è difficile capire, con quel ‘subordinare’!) ad una prospettiva “settoriale” su tale Mistero che l’esegeta intende criticare o superare , TUTTAVIA ci offre un discorso che andrebbe seguito attentamente,con precisione, per risalire alle “origini” ( già con la scelta di “Pane di vita”, anziché “eucaristia”, nel titolo). “Il mio intento … non è quello di un dogmatico …E’ quello di un esegeta:proporre al lettore i testi eucaristici perché possa coglierne meglio il senso e la portata”.
La ricchezza di contenuto si evidenzia subito: dalla pratica primitiva dell’eucaristia all’approfondimento dei testi sulla Cena di Gesù secondo le due tradizioni (cultuale e testamentaria); dalla sottolineatura-spiegazione della parola sul pane ( mio corpo) e sul calice (sangue versato) al grande imperativo (il memoriale:”Fate questo in memoria di me”).
Con la sensibilità sopra segnalata ,il cap.6 è dedicato al “Pane della vita secondo Giovanni”.
** DICO subito ,dopo questa doverosa premessa sul contenuto, che la lettura mi è stata veramente utile (anzi: un preciso ‘apprendimento’), per essere stato aiutato a capire , un po’, un concetto che mi è sempre risultato piuttosto difficile ( qui ,ora, nella sua valenza teologico-liturgica; altrove nello “specifico” del problema filosofico della conoscenza): il SIMBOLO. ( E , con l’occasione, anticipo che c’è un libro che veramente raccomando :”Un biblista cerca Dio”.EDB,2004,raccolta di saggi, con il XIX ”Per una lettura simbolica del IV Vangelo”,1980; un libro che chissà se un giorno mi “sentirò in grado” di commentare !).

SIMBOLO . Infatti il cap. 7 ( “Apertura” ) pone la domanda :
”Qual è il senso dei testi
per me,oggi ?".

il 4 novembre 2011 alle 18:41 ha scritto:

II°
MONDO SIMBOLICO:
Dopo : A. culto ed esistenza; B. Messa,Cena e Calvario, ecco il punto in questione: C “Accesso a un mondo simbolico”.
** * Il tema,premetto subito , è assai delicato,sottile: non essendo possibile svisceralo, mi devo limitare ad semplice cenno ( chiaro :per stimolare alla lettura !), anche se possono sorgere alcuni equivoci ( cfr. la Postfazione,p.125). Il ricorso frequente alle espressioni “simbolo”,”simboleggiare” - osserva Léon-Dufour - richiede una considerazione specifica.
1) Di solito “simbolico” viene inteso come “non reale” ( cfr. anche i teologi ai tempi del Concilio di Trento). “Per noi oggi –dichiara l’esegeta gesuita- il simbolico non contraddice il reale, MA NE E’ IL SENSO PROFONDO” (p.116, sott.mia).
2) La forza (funzione) evocativa del simbolo: mostra uno stretto rapporto tra ciò che si vede in modo sensibile (immediato) ed una realtà più elevata. Non più “causa-effetto”, ma “integrazione”, secondo la maniera biblica di pensare (significato: la salvezza; significante:la materia ).
3) “Celebrando l’eucaristia la Chiesa … compie un atto salutare … un “atto di linguaggio”. Essa esprime simbolicamente il mistero che fa esistere”.
4) La continuità che unisce la messa alla Cena: la Chiesa esprime il passaggio di Gesù ( la sua Pasqua di salvezza), non come un “effetto” dell’azione liturgica, ma come ‘azione stessa’ di Gesù: attualizzando le parole di Gesù. È Gesù che agisce, attraverso lo Spirito.
5) La presenza reale è il mistero che va posto evitando i due eccessi: quello del “materializzare” (come presenza di ordine materiale),quello dello “spiritualizzare ( come una presa di coscienza di una realtà permanente, come si ebbe già in Berengario di Tours,X secolo, condannato dalla Chiesa).
6) Ci si può esprimere,dicendo:”Il pane “è” e “non è” il corpo di Cristo; suggerisce Léon-Dufour: non sono io all’origine del mistero. La presenza è “oggettiva” proprio perché dipende dall’iniziativa del risorto che io,per mezzo della fede, colgo nel mistero. “ Non sono io che dichiaro l’identità tra il pane e Gesù, ma sono io che,con la Chiesa,credo e dichiaro che il pane è divenuto Gesù che ci offre la sua vita”.
*** Il testo scritto negli anni post-conciliari .
Io lo interpreto come un testo ,cioè,in cui si pone l’esigenza di un linguaggio più vicino a quello biblico ( rispetto a quello della teologia scolastica). Si avverte subito: non è per sostenere una novità ( per così dire ) ma per procedere sulla linea di rinnovamento post conciliare.
Testo NON SOLO BELLO , ma … efficace ( se ci pensiamo tutte le volte che anche noi … NON “assistiamo” alla messa - mia polemica sull’antico rito , non mi nascondo - MA partecipiamo alla celebrazione:
a) “ Questo incontro di Gesù nel pane eucaristico mi porta prima di tutto a Dio; il progetto di Gesù infatti si identifica con il progetto di Dio stesso … sono in comunione con l’opera di grazia di cui il Padre è la sorgente”.
b) Come nelle “ apparizioni” del risorto ( = l’esempio utilizzato da Lèon-Dufour) dopo il riconoscimento viene la missione (“Andate”).
“ Mediante l’incontro cultuale, sono inviato nel mondo; l’eucaristia si apre nel servizio fraterno”.
“ Nel passato, l’espressione ‘corpus mysticum’ designava propriamente l’Eucaristia “ ; oggi è la Chiesa che viene chiamata “corpo mistico di Cristo”.
c) “Presenza” attiva, “sinergia”, “ l’eucaristia fa la Chiesa”. Il Cristo si dona come cibo, è il nutrimento della Chiesa.

TERMINO con una semplice osservazione: approfondire sempre meglio il significato di “simbolo” ( e ,quindi, di “linguaggio simbolico” ) con COSTANTE riferimento al testo evangelico,riscoprendo la fonte di ricchezza-verità in essa zampillante, non è forse come … l’esigenza di cogliere nella sua specificità il significato di “analogia” ( con buona pace di K.Barth) e quindi di “linguaggio analogico” ( = per analogia ) quando, partendo dalla … ‘ragione’, si affronta il problema del discorso su Dio ( conoscenza di Dio, “parlare “ di Dio) ?
CERTO: due contesti-livelli diversi, ma il primo ci è , come credenti, più ‘vicino’ ( è la nostra vita: sacramento,liturgia,comunione ecclesiale).