PREFAZIONE
Questa nota è un insieme di testimonianze. Descrive ciò che ho sperimentato in ventisette anni di stretta collaborazione con Adrienne von Speyr—più di quindici anni ho vissuto sotto lo stesso tetto. E un resoconto del tutto sommario—veramente solo una 'prima panoramica'—, dietro al quale stanno un grosso numero di annotazioni non pubblicate. Questo scritto non deve essere considerato una pubblicità, ma una informazione. Non posso impedire a nessuno di dubitare della veracità delle mie asserzioni; vi saranno alcuni che saranno interessati a tacciarle di falsità, per i quali `non è possibile ciò che non si vuole che sia'. Vi saranno molti altri che a priori sottoporranno l'insieme ai metodi della psicoanalisi e tenteranno quindi con presunzione di renderlo comprensivo e lo metteranno da parte come del tutto `antimoderno' e di conseguenza non interessante ed incredibile. In fine vi saranno alcuni che si adireranno contro un carisma—nel caso che si dimostri tale—che non è conforme alle preferenze comuni oggi nella cristianità. A tutti devo anzitutto dire che la loro opposizione non mi tocca (nel senso di 1 Cor 4,1 ss), perché faccio semplicemente ciò che devo, se propongo e proporrò anche in seguito i fatti a me noti, soprattutto per sottoporli all'esame della Chiesa, al cui giudizio mi sottometto evidentemente con ogni rispetto.
Nonostante che già alla morte di Adrienne erano stampati trentasette libri, di cui trantaquattro disponibili in librerie, finora nessuno si è occupato seriamente delle sue opere scritte. Nessun giornale, eccetto il Vaterland di Lucerna, si è degnato anche solo di un breve elogio. Le rare recensioni dei suoi libri sono state per lo più insignificanti, nessuno si è voluto compromettere. Tale atteggiamento causò in Adrienne inizialmente un po' di stupore, perché era cosciente comunque di avere una missione nella Chiesa; a poco a poco si accorse che il suo destino era quello di dover parlare ed agire a vuoto durante il periodo della sua vita. La conseguenza di questa indifferenza generale è che molti di coloro che ora potrebbero esserne informati, non lo sono affatto; perciò occorre fornire loro ancora i punti iniziali di questa missione. D'altra parte vi sono persone che hanno conosciuto, tenuto in grande stima, anzi venerato, così da informarsi sulla vita, sulla natura e sull'opera umana di Adrienne von Speyr.
Aggiungo una parola sui nostri rapporti. Quando nel 1940 impartivo l'insegnamento per i convertiti, vidi subito che lei non solo conosceva, ma accettava subito, immediatamente come vere e valide le cose che le dicevo.
Per trentotto anni aveva cercato con tutte le forze, era andata a tastoni nel buio, aveva pregato in continuazione; i tratti della verità cattolica in lei erano stati marcati negativamente, ma un breve richiamo era sufficiente perché capisse ed accettasse con tutto il cuore e con una felicità esuberante.
Così ricevette da me allora e in seguito anche con incontri su problemi religiosi un certo stampo. Ma lei aveva, già prima della conversione e ancora di più dopo, un proprio contatto misterioso con il nostro padre sant'Ignazio (in seguito citato spesso con l'abbreviazione SPN, sanctus pater noster), da cui imparò molto di più che da me; nel frattempo mi sono servito senza esitazione già nei miei primi libri dopo la sua conversione delle intuizioni che mi forniva; le prime esperienze della passione e degli inferi sono presenti già nel mio Herz der Welt (1945) e anche in Der Christ und die Angst (1951), in Die Gottesfrage des heutigen Menschen (1956) ecc.
Lei mi diede spesso suggerimenti per prediche, conferenze ecc, ma lesse solo raramente—e sempre di meno con lo sviluppo della cecità—i miei libri. Nel complesso ho ricevuto teologicamente più io da lei che lei da me, nonostante che non si possa stabilire un rapporto preciso. Poiché nei ventisette anni non mi è sorto il minimo dubbio sulla rettitudine della sua missione e sulla modesta sincerità, con cui la viveva e me la trasmetteva nonostante una precisissima osservazione come confessore e direttore spirituale della sua vita interiore, non solo ho preso le più ardite decisioni della mia vita—come quella di uscire dall'ordine—dietro la sua istruzione, ma ho anche cercato di adattare al suo il mio punto di vista sulla rivelazione cristiana. Diversamente molti studi di Skizzen zur Theologie e soprattutto le prospettive fondamentali di Herrlichkeit (Adrienne non ha in alcun modo partecipato alla loro elaborazione) non sarebbero mai stati scritti.
Oggi dopo la morte la sua opera mi appare molto più importante della mia, e la pubblicazione delle 'opere postume' mi interessa di più di ogni mio lavoro. Sono convinto che, quando tali opere saranno pubblicate, le persone che le conosceranno, saranno d'accordo con me sulla valutazione e ringrazieranno Dio insieme a me, perché ha donato tali grazie anche nel nostro momento ecclesiale.
ESTRATTO DAL PRIMO CAPITOLO
La vita
1. Le fonti
Sulla vita di Adríenne von Speyr possono fornire informazioni cinque tipi di documenti:
Una autobiografia scritta a mano dietro mia richiesta su 284 fogli di grosso formato, ma che purtroppo va soltanto fino al ventiquattresimo anno. Narra la sua giovinezza, con particolare riguardo allo sviluppo religioso, con straordinaria memoria, freschezza e precisione, dal punto di vista di una donna di cinquanta-sessant'anni. L'opera è apparsa nell'estate 1968 con il titolo Aus meinem Leben (Dalla mia vita).
Una autobiografia del tutto diversa (Geheimnis der jugend, Mistero della giovinezza) di carattere puramente carismatico per la quale ho dovuto farla, in obbedienza, riandare ai gradini di coscienza degli anni della sua fanciullezza e della giovinezza. In essa racconta in parte gli stessi avvenimenti dal punto di vista della fanciulla e della giovane, in parte riferisce cose che aveva del tutto dimenticato. La ricerca di Dio diviene in quest'opera ancora molto più chiara. La descrizione giunge—in ultimo a marce forzate—fino al 1940, anno della conversione.