Il sapore del pane

Chi conobbe padre David Maria Turoldo lo descrive imponente nell'aspetto, dalla voce tonante e profonda, pronto allo scatto e allo sdegno. Senza dubbio egli fu impetuoso, talvolta anche aggressivo, nelle reazioni e negli atteggiamenti; fu ribelle a tutto quanto offende la dignità della vita, i diritti della persona; ma, soprattutto, fu fedele alla propria vocazione: quella di un dialogo ininterrotto con Dio, suo 'unico confidente', per scoprirlo, interrogarlo, coinvolgerlo nella vita di tutti i giorni, gridargli la disperazione dell'uomo per essere Egli sempre al di là di ogni aspettativa, e, alla fine, accettarne i piani. E' in questo senso che le riflessioni e le poesie qui raccolte compongono un libro di meditazione e di vita, diventano un inno liturgico e un canto di battaglia, ci conducono nell'eremo ma anche nel groviglio della città: "Signore, se è di troppo chiederti l'innocenza del fanciullo, donaci almeno la capacità di un rimorso; scrivi in noi le tavole dei comandamenti, dà carne al tuo mandato nuovo".