Santa Caterina de' Ricci. Qui di santi non ce n'è

L'originalità di questa biografia consiste, oltre che nell'analisi accurata della personalità estremamente ricca della protagonista, nell'impianto del racconto che l'autore ha tracciato. Nella seconda parte il soggetto è costituito da un nutrito epistolario che Caterina scrisse di propria mano o dettò ad alcune consorelle, dal 1542 al 1590, anno della propria morte. Nel corso di quei quarantotto anni la Santa compose perlomeno 1064 lettere, che trattando questioni di estrema concretezza o indirizzate a personalità quali i Granduchi di Toscana, ci consentono di leggere nelle e tra le righe l'incredibile abbondanza di vicende banali o sublimi, esaltanti o della più ordinaria amministrazione, delle quali Caterina de' Ricci fu, nel XVI secolo, testimone per poco meno di cinquant' anni.

==Destinatari==
Il presente volumetto si rivolge a lettori giovani e a persone mature, che, terminata la lettura, conserveranno nella memoria e nel cuore l'esempio di Caterina.

==Autore==
Il domenicano P. Raimondo Marco Sorgia ha scritto oltre settanta libri, traducendone altrettanti da varie lingue europee. Ha tradotto, per incarico dell'Università Pontificia “Angelicum” di Roma la tesi dottorale dell'allora don Carol Wojtyla. Ha diretto per quindici anni l'emittente cattolica di Firenze ed è giornalista che scrive per diversi quotidiani e periodici. Le sue “specialità” sono la Sindone di Torino, Fra Girolamo Savonarola e il sacerdote-poeta catalano Jacint Verdaguer. Tra i suoi profili biografici: Piergiorgio Frassati, Práxedes Fernández, Antoni Gaudí, Martin de Porres e Domenico di Guzmán.