L' indimenticabile e l'insperabile

Il filosofo francese appartiene, insieme a Jean-Luc Marion, Michel Henry, Didier Franck, Jean Greisch, a una generazione di filosofi francesi contemporanei che, con notevole impegno e ragguardevoli risultati, hanno inteso ripensare il lavoro teoretico nella sua dimensione propositiva della filosofia che, dopo la fine della metafisica e al di là dell'orizzonte nichilistico, sembrava essere destinata a un solipsismo irreversibile. L'opera è un invito a ripensare la verità dell'essere che non può essere ritrovata se non ri-attraversando l'oblio. La domanda da cui muove l'a. è quella di come ripensare tale oblio fondante e primario. Compito di un pensiero che si pone tra la Genesi e l'Apocalisse è, infatti, nella memoria, la quale deve morire per risuscitare. Morte intesa nella sua attività di purificazione oltre ogni tentazione di qualsivoglia nostalgia: memoria della promessa, dunque, vale a dire memoria della speranza.

Tratto dalla Rivista Il Regno 2008 n. 16
(http://www.ilregno.it)