Citazione spirituale

Da mezzogiorno alle tre. Riflessioni sulla Via Crucis

di

A. Bello


Copertina di 'Da mezzogiorno alle tre. Riflessioni sulla Via Crucis'
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EAN 9788861530416

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Descrizione
Tipo Libro Titolo Da mezzogiorno alle tre. Riflessioni sulla Via Crucis Autore Editore La Meridiana EAN 9788861530416 Pagine 40 Data 2008 Collana Paginealtre
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, gmagura@alice.it il 3 aprile 2012 alle 09:12 ha scritto:

Antonio Bello sapeva coniugare la carità del pastore, la profondità del teologo, la semplicità e la bellezza della parola. Ne è testimonianza questo breve ma intensissimo testo, uno degli ultimi, scritti da Don Tonino, prima di vivere la sua Pasqua. Profondamente minato dal male che di lì a poco l'avrebbe portato alla morte, Don Tonino, "confitto" insieme a Gesù sulla Croce, ma non sconfitto, come lui stesso dice, si interroga, seguendo Gesù lungo le stazioni della Via Crucis, sul senso della malattia e del dolore, rifiutando la retorica consolatoria e cercando dolorosamente, sulla propria pelle, le risposte nella fede. In questo modo riesce a coniare alcune idee cristalline per la loro bellezza e pregnanza di significato: dietro la Croce c'è un posto libero per noi, per stare vicini a Gesù, ancor di più di quanto lo è stato il "buon ladrone" e pregarlo di non lasciarci soli, di sostenerci nelle nostre difficoltà e nelle nostre miserie; la Pasqua è la festa dei macigni rotolati: ognuno ne ha uno fatto di peccato, codardia, superficialità, che pesa e opprime il suo animo, ma la Pasqua è l'esperienza liberatrice del Risorto, che fa rotolare via il macigno e libera il nostro animo dai pesi che l'opprimono; la salvezza passa attraverso la testimonianza concreta, fatta di piccoli gesti, parole, carezze, incoraggiamenti, sostegno, aiuto che ci scambiamo vicendevolmente e quindi passa per i pianerottoli, per le periferie, per le nostre strade e anche attraverso le nostre sconfitte, le nostre delusioni e i nostri sogni non realizzati perché la salvezza non si misura con l'indice d'ascolto o col gradimento mondano ma attraverso l'offerta di se stessi, con tutto il fardello di miseria che portiamo, al Cristo Risorto, affinché le nostre ferite possano diventare stimmate lucenti di risurrezione; infine, sottesa a tutto il testo, l'idea che nulla vada perduto, che esiste un'economia spirituale del dolore che sostiene il mondo e che invita quindi, quando il dolore viene nella nostra vita, di sostenerlo con coraggio, speranza e fiducia, affidandoci a Nostro Signore Gesù Cristo, perché il Padre non lascia nessuno confitto alla Croce, se non per poche ore, anche se terribilmente dolorose, poi, come è stato anche per il Suo dilettissimo Figlio, viene la deposizione: da mezzogiorno alle tre, non oltre, poi c'è la promessa del risorto: "Oggi sarai con me in Paradiso".

il 23 ottobre 2015 alle 11:19 ha scritto:

Bellissimo