Citazione spirituale

La voce dei clienti

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Paolo di Tarso: le lettere
Libro
Carocci (maggio 2016, 191 p.)

paola liberotti il 28 dicembre 2017 alle 11:44 ha scritto:

SAN PAOLO, LA CONVERSIONE DI UN PERSECUTORE CONVINTO - LE LETTERE

Ecco un testo esemplare dedicato a una delle “colonne” della Chiesa: San Paolo, il grande Apostolo delle Genti. Da un certo punto di vista, lo si può considerare addirittura un “antenato” dei fondamentalisti islamici tristemente famosi nel nostro tempo: integerrimo e scrupoloso osservante della Legge (per un Ebreo dell’epoca, specialmente fariseo, come Saulo, la Legge era praticamente tutto!), egli considerava un dovere, nonché sacrosanto servizio reso a Dio, perseguitare, fino alle estreme conseguenze, coloro che all’epoca riteneva i più pericolosi nemici della vera Fede: i Cristiani, appunto. L’incontro misterioso e sconvolgente con il Risorto, com’è noto, gli cambierà radicalmente la vita, e rimane tuttora impresso nella mente e nel cuore del lettore degli Atti degli Apostoli. Un evento inspiegabile razionalmente e di sublime, inenarrabile intensità, che distrugge d’un colpo solo la vita precedente di Saulo, il quale letteralmente “muore” alla vecchia esistenza, per poi “risorgere”, come Paolo, nella sua nuova condizione di “tredicesimo testimone”: il più antico scrittore cristiano, nonché il più grande evangelizzatore di tutti i tempi. Un luminoso e indimenticabile esempio per chiunque, partendo dal sincero amore per la Parola di Dio, voglia attivamente impegnarsi nella sua continua riscoperta e diffusione, in nome di una nuova evangelizzazione, nei nostri tempi così travagliati sempre più preziosa e necessaria.

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Croce in legno "Sacra Famiglia" - altezza 13 cm
Articolo Religioso

Maria Victoria Rolon Cabrera il 27 dicembre 2017 alle 21:10 ha scritto:

hermosa cruz de la sagrada familia


Padre livio brocco il 27 dicembre 2017 alle 11:04 ha scritto:

Buono per la meditazione continua

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bassam shahatit, abunabassam@yahoo.com il 26 dicembre 2017 alle 21:48 ha scritto:

grazie a Dio per questo lavoro

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simone bortoli il 26 dicembre 2017 alle 15:24 ha scritto:

Ottimo testo che spiega come il bene possa essere raggiunto anche con formazione e conoscenza


Roberto di Pavia, settimi7@libero.it il 25 dicembre 2017 alle 21:53 ha scritto:

È difficile al giorno d’oggi scrivere un libro, ancora di più un libro di poesie, ma Vilma Furone c’è riuscita. Sembrano riflessioni su casi della vita, esprimono con forza sentimenti che tutti portiamo nel cuore, ogni tanto c’è bisogno di serenità d’animo e questo libro la esprime.


Gioele Pelonero il 24 dicembre 2017 alle 18:40 ha scritto:

Libro interessante scritto da un autore sempre attuale per la sua capacità innata di suscitare il desiderio dell'avventura e la forza vitale della creatività, che attraverso un'attenta lettura si rispecchiano nella vita del lettore. Il libro è, a mio avviso, leggermente prolisso in fase iniziale, in quanto lunghe pagine sono dedicate alla descrizione del viaggio preparatorio dei personaggi prima di affrontare l'avventura vera e propria, e inoltre è abbastanza corto, ma ritengo che meriti di essere letto, se non altro perché risveglia la portata cosmica dell'azione personale, quasi da conferire ai personaggi il potere di diventare il cuore del mondo e assumerne la forza. Il volume descrive l'avventurosa discesa del professor Otto Lidenbrock e di suo nipote Axel, narratore in prima persona dell'intera vicenda, all'interno della terra. I protagonisti sono animati dall'intenzione di raggiungere il centro del pianeta, e durante il loro percorso attraversano situazioni imprevedibili e complicate. Il libro funge anche da esponente della mentalità ottocentesca dedita alle scoperte tecnologiche e scientifiche e all'esplorazione sempre più minuziosa del cosmo, influenzando anche i successivi primordi del genere fantasy mediante la sua estensione extratemporale alla ricerca della vera dimensione dell'uomo, distante dall'apparente e grigia quotidianità eppure radicata nell'armonia della sua purificazione.


Padre Marco Repeto il 22 dicembre 2017 alle 23:21 ha scritto:

Il libro in poche pagine delinea la biografia e la spiritualità di San Filippo Neri e della Congregazione dell' Oratorio. È' scritta in stile piano semplice e discorsivo dal massimo esperto di S. Filippo , il padre Antonio Cistellini dell' Oratorio di Firenze, scomparso una ventina di anni or sono. La Prefazione di Mons. Edoardo Aldo Cerrato già Procuratore generale delle Congregazioni Oratoriane e ora vescovo di Ivrea è illuminante. Da acquistare.

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Le notti bianche
Libro
Einaudi (2014, pp. XLII - 158 p.)

Don Roberto Roversi il 22 dicembre 2017 alle 13:40 ha scritto:

Bellissimo! Da consigliarsi a chiunque soffra di "solitudine cronica". Ritengo questo scritto, di pochissime pagine rispetto ad altri capolavori mondiali, una disamina perfetta dell'animo solitario. Può rispondere alla grande domanda: come fa un uomo a vivere solo? Si può? Come uscire da questo isolazionismo? Bello, psicologia misto realismo; non fantasia eccessiva, ma realtà


paola liberotti il 22 dicembre 2017 alle 12:12 ha scritto:

GERUSALEMME, CITTA’ DI DIO

Gerusalemme: città sognata, vagheggiata da milioni di credenti nel mondo, idolatrata come la più alta conquista religiosa e spirituale, eppure fin dalla notte dei tempi teatro di sanguinosi conflitti che sembrano senza fine. Questo pregevole libro rappresenta un aiuto fondamentale per la comprensione di un luogo dal fascino immortale, tuttora sorta di enorme “mina vagante” per l’umanità, eppure promessa eterna di Salvezza. Una Città (qui il maiuscolo è d’obbligo!) in cui il pellegrino-viaggiatore si trova a ogni passo coinvolto anima, cuore e mente nei più grandi misteri che da sempre avvolgono la storia di ogni uomo e di ogni civiltà. Una storia spesso drammatica, fatta di luci e ombre, di sangue e dolore, disperazione somma, ma anche di Fede, speranza di pace terrena e salvezza ultraterrena. Le tre grandi religioni monoteiste si incontrano e si scontrano in questi vicoli grondanti di memoria, tant’è che nemmeno l’uomo più indifferente a ogni afflato spirituale può rimanere completamente distaccato, di fronte a una realtà così varia, profonda e intimamente complessa.
Forse l’interrogativo principale che riecheggia nell’immaginario del lettore, soprattutto se non ha mai visitato ancora la Città Santa, magari pur desiderandolo ardentemente, è il seguente: Gerusalemme, più città celeste o terrena? Non è una questione di poco conto, è tutt’altro che secondaria. L’ex sindaco della città, Teddy Kollek, amava ripetere: “Ognuno ha due città: la propria e Gerusalemme”. Luogo di per sé mitico, tuttora lontanissimo dallo spazio e dal tempo della nostra quotidianità, presente ogni giorno nel cuore e nella mente di milioni di abitanti del nostro travagliato pianeta. In realtà, se ci si riflette attentamente, per lo più ognuno la pensa e la immagina come gli pare, ne ha un’idea astratta e mitica; la sogna letteralmente “a sua immagine e somiglianza”. Probabilmente è questo il destino delle città più conosciute e importanti della storia dell’umanità, eppure nel caso di Gerusalemme questo aspetto è mille e più volte più accentuato. Basti pensare che, nel corso della storia, essa ha rappresentato la meta ideale vagheggiata da una miriade di grandi artisti, scrittori, filosofi, combattenti, regnanti e pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.
Esistono almeno tre anime principali a Gerusalemme: qui convivono, com’è noto, gli ebrei (ultraortodossi e laici), gli arabi, i cristiani, nonché altre piccole comunità religiose molto coese, come ad esempio quella armena: sono gruppi sia culturalmente che socialmente diversissimi tra loro, che costituiscono mondi a se stanti, magari vicinissimi geograficamente, ma aggregati eppure divisi. La struttura stessa della città oggi si presenta variamente sfaccettata e caratterizzata agli occhi del visitatore: esiste infatti una Gerusalemme più moderna e laica, dai tratti tipici di qualsiasi altra metropoli europea; i quartieri situati a est, invece, abitati dagli arabi, sono tipicamente mediorientali. Per non parlare della zona dove vivono gli ebrei ultraortodossi, il celebre quartiere Mea Shearim, vera e propria realtà fuori dal tempo. L’aspetto per noi occidentali più sorprendente è che, per passare da un universo religioso-sociale all’altro, basta semplicemente attraversare una strada… Difficile, se non quasi impossibile, al mondo, trovare una metropoli che riunisca in sé tutte queste abissali differenze, complessità e miriadi di sfumature diversissime, a seconda del punto di vista preso in esame. Una realtà ricchissima di storia, carica di mistero e suggestione, specialmente durante i giorni delle maggiori festività religiose, che ovviamente qui, in Terra Santa, acquistano una valenza e una profondità impensabile in altri luoghi.
Il passato, con il suo carico di storia e memoria, risuona a ogni passo per queste strade, rimbomba in ogni pietra dove milioni di persone passano, quotidianamente, o sono passati, pochi giorni o millenni or sono; non è un’idea astratta, ma è capace di farsi tutt’uno con il presente, nonostante i mille travagli e le mille insidie che attanagliano questa terra. Gerusalemme in tal senso vive tuttora ogni giorno a fianco del suo enorme passato, fatalmente legata a esso, eppure, allo stesso tempo, vuole presentarsi anche come una moderna metropoli naturalmente aperta al futuro, per sua intrinseca natura multiculturale, multietnica, dalla vocazione più che mai internazionale. E’ unita per sempre a filo doppio alla sua indimenticabile e travagliata storia, ma al tempo stesso profondamente divisa dalle millenarie ferite che le ha inflitto una guerra che pare ancora senza fine, senza una facile soluzione. La complessità e le mille intrinseche contraddizioni di questo luogo sono ben visibili a partire dalla sua stessa topografia; i vecchi quartieri, i luoghi santi di Cristiani, Ebrei e Musulmani, gli stessi sobborghi di costruzione più recente sono il punto d’avvio di un racconto che tocca l’attualità e la storia, la vita quotidiana e le infinite lotte politico-religiose.
E’ proprio durante la festività religiose, infatti, che Gerusalemme diventa se possibile un luogo ancora più mistico e solenne di quanto non avvenga negli altri giorni. Il pensiero corre subito al salmo 87 che, riferendosi a Sion, recita: “Tutti là sono nati”. Possiamo dire infatti che ciascuno vi è nato. I problemi dall’umanità sono problemi che qui vengono come nodi al pettine. Per questo da Gerusalemme si può pregare per tutta l’umanità.
Già dal punto di vista geografico è impossibile restare indifferenti: essa sembra persino contesa tra le rocce del deserto della Giudea e il verde intenso tipico della vegetazione mediterranea. Zone di roccia arida, dove non spunta un briciolo di vita, fanno capolino fra lunghi tratti, dove si assiste al trionfo della natura più rigogliosa. Sì, è impossibile restare indifferenti. Gerusalemme è tutto questo: senso di morte imminente e, al tempo stesso, trionfo della Vita. Emblematica la sua posizione: sorge a ottocento metri d’altezza, distesa sopra una dolce catena di colline. Da un lato domina il deserto, che scende verso Oriente fino al Mar Morto, dall’altro guarda verso ovest, a una lunga discesa che porta alla costa mediterranea. La città stessa si erge nel suo tipico colore bianco abbagliante, con lievi sfumature rosa: è la pietra calcarea, che, a seconda della luce del sole, offre all’osservatore ammirato riflessi ora più violenti e intensi, ora tenui e delicati. L’ennesima dimostrazione delle due anime inconciliabili della Città Santa, culla del Sacro per eccellenza, eppure insanguinata da lotte fratricide senza tempo, né facile soluzione.
Un messaggio indimenticabile, in tal senso, è stata la storica visita di Giovanni Paolo II del 2000, l’anno del Giubileo. Ma come si può, obiettivamente, continuare a vivere in un luogo simile, che, al di là delle molteplici suggestioni e fascinazioni, continua però a essere percepito nell’immaginario collettivo purtroppo come un luogo soggetto ad attentati, dove la vita è perennemente in pericolo? Sulla questione-Gerusalemme pesa da sempre una carica emozionale fortissima e gravida di drammatici eventi: ma, forse, il vero volto della Città Santa, quello più amato e sognato da generazioni di credenti, si trova mirabilmente rappresentato nel celebre “Crocifisso” di Guido Reni, che si può ammirare nella splendida chiesa di San Lorenzo in Lucina, a Roma. Il Cristo, il Figlio di Dio morente, volge lo sguardo verso il Cielo, mentre, sullo sfondo, immersa in una foschia densa e tenebrosa come il calare della notte suprema, prima della fine del mondo, una Gerusalemme al tempo stesso spettrale e densa di morte, eppure sognante e magnifica, mostra i suoi monumentali luoghi santi: miracolosamente (nonostante tutto!) giunti fino a noi, uomini del Terzo Millennio, più che mai bisognosi di un cenno divino, di credere e di essere salvati. La Città Santa, soprattutto, è questo.


Fiorenza Saccoman il 22 dicembre 2017 alle 03:24 ha scritto:

Una statua di Cristo rotta ricorda come Gesu' viva nei poveri e nei bisognosi. Egli, non e' venuto su questa terra per essere incoronato e ricco , ma per mostrarci come vivere, e seguire almeno in parte i suoi insegnamenti. La statua rotta , ritrovata per caso, mostra come anche oggi, Cristo, sia ogni giorno sottoposto a Nuova Passione e Crocifisso da tutti noi.

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Alessandra Panozzo il 21 dicembre 2017 alle 17:17 ha scritto:

Per momenti di grande serenità,voci bellissime e intense,veramente consigliato anche per un regalo!Quando inizi a sentire questi canti vieni trasportata con la mente nelle maestose cattedrali immerse nel profumo d'incenso delle solenni celebrazioni.Bellissimo!

Totò. Signori si nasce
Libro
Clichy (agosto 2017, 176 p.)

Simone Riberto, simoneriberto80@gmail.com il 21 dicembre 2017 alle 15:16 ha scritto:

Purtroppo, in tutta sincerità, devo dare opinione negativa: ennesimo libro senza notizie inedite ma solo ricalco di ciò già presente in diversi volumi precedenti.
Addirittura le foto risultano fotocopie di fotocopie.
E, nella continua tradizione all'italiana del mal-gusto, proposti al lettore pure gli errori e le imprecisioni; x la cronaca, tanto per dirne una, Liliana De Curtis, come già pubblicato in diversi libri cofirmati da ella medesima, non nacque nel '34, ma il 10 maggio 1933.
Insomma, qui da noi in Italia, con centinaia di libri che riepilogano ripetendosi a iosa ma pochi ricchi di vere chicche, persiste la prevalenza della moda della quantità a dispetto della Cultura della qualità...


Ing. Lorenzo Rossi il 21 dicembre 2017 alle 12:39 ha scritto:

Spedizione e predotti perfetti. Il calendario è un gradito omaggio per tutti i miei amici e questo sito è stato veramente preciso e puntale per la consegna natalizia!
GRAZIE!

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Antonio De Felice il 20 dicembre 2017 alle 19:08 ha scritto:

Bellissimo regalo per Natale

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